Il Piano Economico Sociale strumento strategico

Adottato dalla Comunità di Parco passa ora alle Regioni

Assemblati gli studi e le indagini, approfondite le riflessioni, portato a termine l'ampio giro di consultazioni, di incontri con associazioni e categorie, di riunioni dei Consigli comunali e di assemblee pubbliche, la Comunità di Parco ha adottato la proposta di Piano economico sociale o, per dirla con la legge, di 'Piano Pluriennale Economico e Sociale per la promozione delle attività compatibili'. Sempre secondo la legge la proposta prende ora la strada delle Assemblee regionali: sono infatti le Regioni Toscana ed Emilia Romagna a dover dire, tanto singolarmente che attraverso un'intesa, la parola definitiva per l'approvazione dello strumento e la sua entrata in vigore.

Il Piano si autodefinisce come risultante di alcuni indirizzi caratterizzanti:

la  strategicità: in quanto coglie e interpreta le opportunità di sviluppo offerte da un quadro di integrazione competitiva, tanto alla scala locale (con realtà sociali di crescente complessità), che alla scala globale, (che propone sempre nuove domande e sensibilità);

la concertazione: in quanto è rivolto a costruire e favorire il consenso e la corresponsabilizzazione di tutti gli attori istituzionali e sociali che operano sul territorio;

la modernità: in quanto punta a cogliere le opportunità offerte dalla società della conoscenza e della comunicazione che nei territori montani possono trasformare in punti di forza e competitività l'ambiente e la cultura;

l'operatività: poiché affida la sua attuazione ad un insieme di azioni ben definite e dettagliate in termini di fattibilità economica e pratica.

Fin dalle premesse il documento, che pure concentra  naturalmente e prioritariamente l'obiettivo delle proprie azioni sui territori dell'alto crinale, presenta una visione allargata, che coinvolge l'area vasta dei "Parchi di mare e di Appennino", propone cioè per l'Alto Appennino una stretta correlazione con i territori che lo circondano e che insieme costituiscono, nell'arco di poche decine di chilometri, un distretto dalla elevata potenzialità nei settori della soft economy, del turismo e delle produzioni tipiche.

In questo quadro l'identità agro-silvo- pastorale del territorio e la tutela dell'ambiente costituiscono il centro del sistema socio economico, ma devono essere considerati aspetti non a sé stanti, settori specifici caratterizzati da sole azioni di mantenimento e assistenza, ma trasversali, capaci cioè di orientare tutte le forme di sviluppo.

Da questa visione discendono i tre obiettivi principali e urgenti per garantire lo sviluppo socioeconomico del Parco in tempi utili:

  • l'integrazione delle politiche di sviluppo tradizionali con le opportunità offerte dai nuovi mezzi di comunicazione e i paradigmi dell'era dell'accesso e della soft-economy;
  • la qualificazione del sistema dei servizi di base, in particolare di quelli che offrono occasioni di socialità e socio culturali per frenare l'emorragia di risorse umane;
  • la creazione di un sistema integrato di fruizione turistica del Parco basato sulla valorizzazione dei borghi montani e sulla loro interconnessione.

A dare il segno della concretezza del lavoro fatto, e di uno strumento che vuol marcare una discontinuità rispetto alle pratiche pianificatorie usuali, stanno i 105 progetti che costituiscono la 'banca' alla quale attingere per realizzare gli obiettivi. Il loro numero è molto cresciuto proprio a seguito del confronto e delle consultazioni, ma sempre conservando il pregio della praticabilità e della possibile operatività immediata. Non per nulla, come spesso sottolineato in questi mesi, una gran parte di essi è già avviata e molti sono ad un buon tratto del percorso, a cominciare dai tre prioritari e strategici  - Parco nel Mondo, Atelier delle Acque e delle Energie, Parchi di Mare e di Appennino – e dei quali molti altri costituiscono l'articolazione.

Ora, come detto, si passa alla fase della responsabilità delle Regioni, con la fiducia che l'iter possa essere breve e si possa dunque giungere al più presto ad avere il Piano in piena validità, non da ultimo per poter sfruttare i vantaggi e le premialità previsti dalla legge quadro sulle aree protette per gli interventi realizzati all'interno dei perimetri dei parchi naturali

 
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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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