FIUME SECCHIA: SUPERARE LA FRAMMENTAZIONE DELLE COMPETENZE

Intervista a Giuseppe Neroni

Corridoi ecologici fondamentali e risorse primarie di natura, i fiumi sono oggetto di una gestione spesso frammentata, se non addirittura ridotta all'aspetto meramente idraulico, quasi fossero semplici 'condotte', da usare a piacimento. Il Secchia, il più grande affluente del Po in Emilia Romagna, è interessato da ben tre aree protette, che stanno cercando di sottrarlo a questa sorte.

Abbiamo rivolto alcune domande a Giuseppe Neroni, presidente del Consorzio di Gestione del Parco Fluviale del Secchia, con il quale il Parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano ha recentemente sottoscritto un'intesa di collaborazione.

Presidente Neroni, parliamo di 'governo unitario del fiume'. Quali speranze si possono coltivare in questo senso? E quali prospettive reali ci sono?

Questo passaggio risulta molto complesso ma, ritengo, assolutamente necessario in quanto tutte le amministrazioni ed in particolare quelle comunali si rendono conto che la frammentazione delle competenze porta a difficoltà gestionali, inoltre è frustrante non avere un unico interlocutore per le diverse problematiche che un ambito fluviale comporta. Pertanto la nostra proposta di diventare gli interlocutori principali per le amministrazioni e i cittadini è da ritenersi non come una sostituzione a chi per legge ha la responsabilità idraulica e territoriale di questi ambiti, ma come interfaccia in grado di individuare volta per volta il soggetto al quale demandare la specifica richiesta e per trasmettere le conoscenze di area vasta  e aggiornare i cittadini sulla situazione particolare mantenendo però una visione di ampio respiro. Gli strumenti sono fondamentalmente due: il contratto di fiume e il parco regionale, che possono essere realizzati insieme o anche in tempi diversi, essi rappresentano un possibile futuro nella gestione delle aree fluviali ed entrambi sono concretamente realizzabili.

A questo proposito: a che punto siamo per la creazione del Parco del Secchia nell'area emiliana di pianura?

Attualmente il processo di formazione del parco deve passare alla fase vera e propria di discussione concreta e fuori dalle strumentazioni tipiche di questi processi, sarà importante parlare con tutti i portatori di interesse in cosa si può migliorare la proposta presentata avendo ben chiaro che quanto indicato nel progetto di parco regionale va verso la creazione di opportunità di miglioramento e non nasce per impedire attività o opere con vincoli insensati.

L'accordo tra i parchi sottoscritto a dicembre è un passo importante. In concreto: che cosa è possibile attendersi dalla collaborazione tra aree protette?

Questa collaborazione, in vigore già da prima di questo atto, rappresenta un passo importante verso una condivisione di obbiettivi e azioni per un miglioramento della situazione di un corso d'acqua di tale importanza, in particolare si potranno applicare politiche comuni che interesseranno tutto il fiume andando così a sancire un metodo gestionale e promozionale vocato all'incremento della biodiversità e alla fruizione consapevole. Mai come in questo caso si può affermare che l'unione fa la forza, e questa forza di natura che sono le aree protette devono sempre più diventare soggetti primari a cui riferirsi, per la comunità, sui temi della conservazione e dello sviluppo sostenibile delle aree con elementi ambientali di interesse e per tutte quelle aree che ne mantengono le potenzialità.

 
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