Qualità 'certificata' nel futuro di Cerreto Laghi

Intervista alla dottoressa Cristina Barbieri, dell’Università di Ferrara

Ecocluster, un progetto ambizioso per una stazione turistica che vuole diventare un paese con una fisionomia e una chiara sostenibilità ambientale. verso questo traguardo si è avviato un lavoro che durerà tre anni e che vede impagnata una partnership di qualità. Abbiamo rivolto alcune domande alla dottoressa Cristina Barbieri, dell'Istituto Delta di Ecologia Applicata dell'Università di Ferrara, una delle menti e delle guide del progetto.

Dottoressa, partiamo dalle finalità del progetto: come viene immaginato il comprensorio di Cerreto Laghi  al termine del percorso?

L'obbiettivo principale del progetto è quello di realizzare un percorso di sviluppo economico dell'area di Cerreto Laghi basandosi su presupposti di qualità e di sostenibilità ambientale. Per raggiungere tale obiettivo istituzioni pubbliche e operatori privati definiranno insieme un metodo di gestione del territorio e delle attività turistiche, destinato a migliorare sia le prestazioni ambientali delle singole imprese sia i servizi collettivi e l'organizzazione complessiva dell'area di Cerreto Laghi. Immagino un comprensorio in grado di sviluppare un offerta diversificata. Ciò offrirà al fruitore un soggiorno capace di creare  un vissuto di qualità, basato anche sulla bellezza dei paesaggi e del godimento della qualità del territorio. Il miglioramento della gestione del Comprensorio parte dal coinvolgimento delle comunità locali, che devono beneficiare dell'attività turistica, sia in termini di reddito, sia in termini di qualità della vita.

Per questo occorre far vivere e valorizzare un mix di elementi ambientali e di esigenze economiche. Il tutto potrà stare coerentemente insieme?

E'un binomio a cui non si può prescindere e nel percorso progettuale sarà  particolarmente monitorato. Il presupposto di qualificazione dell'area si basa sul miglioramento ambientale e contemporaneamente sull'opportunità di crescita economica. E'un dato di fatto che la crescita del comparto turistico influenza in modo rilevante le condizioni economiche, sociali ed ambientali delle persone e delle aree interessate.

Sembra di capire che la partecipazione voglia essere un aspetto fondamentale del progetto; cluster significa appunto 'gruppo', quali strumenti sono stati immaginati per 'fare gruppo'?

Il progetto intende creare una solida partnership tra pubblico e privato  per sviluppare una politica ambientale dell'area a 360°. Verranno quindi coinvolte le imprese, le Pubbliche Amministrazioni, gli Enti di gestione del territorio, gli Enti di protezione ambientale, le associazioni di categoria. I rappresentanti del "gruppo" appena elencati verranno invitati a far parte di un Comitato di Gestione del cluster "Cerreto Laghi". In pratica pensiamo che lo strumento migliore sia la partecipazione diretta alle decisioni di sviluppo dell'area, attraverso incontri ed un percorso di formazione che vuole aumentare la consapevolezza sulle scelte gestionali di qualità ambientale. Con le attività del progetto saranno coinvolti anche i cittadini, che saranno informati sulle finalità e attività di progetto attraverso un depliant recapitato a tutti residenti del comprensorio. Stiamo pensando e programmando anche altri strumenti di partecipazione per l'intera comunità, perché vogliamo creare una base sociale delle competenze e delle conoscenze di corretta gestione del territorio.

L'appartenenza del 'gruppo' al territorio di un parco naturale è stato un elemento importante per l'accesso ai finanziamenti. Ora deve essere un riferimento essenziale anche per lo sviluppo del progetto. Come sarà considerato questo aspetto?

Lo sviluppo del progetto ha programmato sin dall'inizio la partecipazione dei cosiddetti "portatori di interesse" alle attività del gruppo, a questo serve il Comitato di Gestione del cluster, che è un elemento di coesione e condivisione delle idee. Credo che lavorare all'interno di un Parco naturale permetta di considerare il maggior numero di variabili possibili, è quindi forse più complesso, ma al tempo stesso consente di sviluppare una metodologia che può facilmente essere diffusa e applicata in altri contesti. Per costruire una Rete globale di Aree Protette è necessario soddisfare i bisogni e le legittime necessità di sviluppo delle popolazioni locali.

La proposta all'UE di Ecocluster ha dovuto vincere una agguerrita concorrenza. Quali sono state le carte vincenti?

La creazione di una partnership pubblico/privata e lo sviluppo di un metodo di qualificazione ambientale su misura per gli operatori economici, qui rappresentati dalle pmi, che spesso non possiedono le risorse sufficienti per attuare Sistemi di Gestione Ambientale. L'organizzazione di un cluster permette di fare massa critica e di raggiungere la forza necessaria per qualificare la propria immagine attraverso il miglioramento delle prestazioni ambientali dell'intero comprensorio.

 
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