Comuni ‘padroni’ della propria energia

Intervista al sindaco Sandro Govi

Busana e Ligonchio, insieme all'Unione dei Comuni Alto Appennino, programmano la costruzione di sei piccole centrali per la produzione di energia che sfruttano i salti creati da briglie nel fiume Secchia e nel torrente Ozola. Una scelta innovativa dal punto di vista produttivo, economico e amministrativo di cui parliamo con Sandro Govi, sindaco di Busana e presidente dell'Unione dei Comuni.

Signor sindaco, come è nata questa idea, e quale è la procedura che avete seguito?

L'idea è nata qualche anno fa. A seguito delle nuove normative nazionali che hanno incentivato la produzione delle  energie rinnovabili, il nostro territorio ed i nostri comuni sono stati letteralmente sommersi da richieste di privati, imprese e multinazionali per la produzione di energia elettrica. In particolare sull' idroelettrico, sul fotovoltaico e sull'eolico. La domanda che ci siamo posti è stata: ci conviene rilasciare e sostenere concessioni che vedono i comuni come spettatori? La risposta che ci siamo dati è quella di un nuovo protagonismo degli enti locali, che entrano nella titolarità delle concessioni . A nostro avviso è un buon modo governare davvero il territorio e le sue risorse.  Valutare noi preliminarmente i progetti  meno impattanti  da quelli non sostenibili e da ultimo tenere legate al territorio le risorse economiche che deriveranno dall'utilizzo e dallo sfruttamento delle acque.
La procedura: Abbiamo stipulato un accordo con un gruppo di progettisti privati, condividendo prima le tipologie di interventi da realizzare ( micro idrico sulle briglie esistenti) con l'intesa che le concessioni, alla fine del percorso autorizzativo saranno equamente suddivise tra il privato e l'ente locale. I costi di progettazione sono interamente a carico dei privati. Quindi le concessioni, quanto arriveranno, saranno per l'Unione dei Comuni e per i comuni membri  a costo zero!

Produzione di energia senza dannosi impatti ambientali: le vostre centrali, che si trovano nel Parco nazionale, danno davvero questa assicurazione?

Si. credo di si. Sfruttano il salto e la portata idraulica di briglie esistenti! Non c'è nel nostro progetto un solo metro di tubo e di condotta forzata!

Comuni di montagna finalmente protagonisti e 'decisori' in tema di sfruttamento dell'energia? Sembra l'uovo di Colombo. E' davvero questo ciò accadrà con la realizzazione di questo progetto?

E' un primo passo. La montagna deve imparare ad interpretare se stessa investendo sulle proprie risorse ed eccellenze. Non è più tempo di politiche assistenzialistiche che nessuno potrà  garantire. Le fonti di energia rinnovabili sono un'occasione formidabile per la montagna. Vento, cadute e "salti" d'acqua, sole e biomasse legnose si trovano soprattutto nei territori montani. Su queste risorse stà nascendo e si sta consolidando una nuova economia. La montagna, gli enti locali ed il tessuto economico del territorio hanno due strade: stare a guardare i progetti di altri o diventare protagonisti e - passatemi il termine - "padroni" delle proprie risorse. Noi abbiamo scelto la seconda strada! 
 
Cosa occorre ancora perché il programma diventi realtà?

Ora i nostri progetti sono all'esame della Regione e della Provincia per la Valutazione di Impatto Ambientale. Il primo passo è l'ottenimento delle concessioni, poi ci sarà da realizzare  centrali. Penso che nel volgere di uno o due anni vedremo i primi cantieri. Ci vuole tempo, impegno e lavoro, tuttavia una centrale idroelettrica può funzionare per decenni senza grandi investimenti. Sul nostro territorio Enel ha impianti che funzionano , producono energia  e reddito da quasi un secolo!

 
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