Un piatto al giorno: la pecora Cornigliese alla cacciatora

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( Sassalbo, 13 Dicembre 2016 )

L'Appennino Tosco Emiliano vanta una straordinaria ricchezza di prodotti agroalimentari di alta qualità e una grande cultura eno-gastronomica fatta di sentimento, identità e consapevolezza. Ogni piatto è una storia, un percorso da seguire con tutti i sensi. Le festività possono essere una buona occasione per condividerlo con la famiglia, gli amici i colleghi di lavoro pranzi e cene a basi di prodotti d’eccellenza che contribuiscono allo sviluppo sostenibile della Riserva di Biosfera UNESCO dell’Appennino Tosco Emiliano.

Un esempio concreto è la Pecora cornigliese alla cacciatora preparata in diversi ristoranti e rifugi dell’Appennino parmense, tra quali spicca il Rifugio Lagdei di Bosco di Corniglio (PR), Centro visita del Parco nazionale, che partecipa ad "Appennino Gastronomico - Menù Km0".
La razza Cornigliese un decennio fa è stata salvata dall’estinzione grazie al duro lavoro dei pastori e all’intervento delle istituzioni.
Tra tutte le carni, la Cornigliese ha il sapore deciso e porta con sé qualità e sostenibilità. La qualità dovuta ad una vita sana all’aria aperta sul crinale appenninico, e ad un’alimentazione naturale e decisamente varia. Sostenibile perché un buon pascolo evita l’impatto eccessivo sulla vegetazione ed è alleato del paesaggio e della biodiversità. 
Tra i pastori sui monti della Val Parma la Cornigliese avviene allevata da Ettore Rio, Agricoltore Custode. Ai primi freddi le greggi, con la transumanza,vengono spostate verso le prime colline parmensi, nel rispetto di un ciclo antico.

Con “sapienza”, che ricordiamolo è qualcosa in più della “conoscenza” o della “tecnica” le carni di ovino adulto vengono preparare da Adele, la cuoca del Rifugio, donna d’Appennino che ha un grande rispetto per i tesori della sua terra e che fa una cucina d’istinto che è difficile da replicare. Un esempio? La sgrassatura della carni: non va mai calcolata in minuti, perché ogni pecora è diversa. “Si vede nel pentolone – spiega la cuoca - si sente dall’odore; si capisce quando è l’ora”
“Il piatto che proponiamo – raccontano i gestori di Lagdei - la Cacciatora di Pecora, ha un nome semplice. Ha una storia semplice, come è semplice la cucina di Rifugio. Un “semplice”, si badi bene, che non vuol dire “facile”. E’ una parola diversa, che sta dietro i discorsi; una parola invisibile, come fosse l’anima delle montagne. E’ semplice, no?”

Provate questo e tanti altri menu della rassegna ‘Appennino Gastronomico’, votateli visitando il sito del Parco Nazionale (http://www.parcoappennino.it/menuKm0-16.php) e magari raccontateceli. Pubblicheremo li vostro storytelling (ufficiostampa@parcoappennino.it)

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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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