24 maggio: i Consigli dei Parchi italiani riuniti in contemporanea rivendicano un futuro per le aree protette
( 24 Maggio 2011 )24 maggio, Giornata Europea dei Parchi. Centodue anni dalla prima istituzione, grazie alla Svezia, di un parco naturale in Europa. La festa, che si celebra ormai da più di un decennio e coinvolge con diverse modalità le aree protette del continente, è tornata con il proprio carico di orgoglio, preoccupazioni, aspettative, messaggi. In Italia, quest'anno, le preoccupazioni sono venute prima di molti altri aspetti, tanto da aver spinto la Federparchi a proporre una forma inedita di 'festeggiamento', che suona molto più come iniziativa di protesta e rivendicazione. Si sono infatti riuniti, in contemporanea, tutti i Consigli Direttivi dei parchi per affrontare un tema che li accomuna e che riguarda un futuro incerto, minacciato da scarsità di fondi, assenza di politiche adeguate, continue strette burocratiche e complicazioni organizzative.
Il Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano ha affrontato la ricorrenza accogliendo la sollecitazione di Federparchi, riunendo cioè il proprio Consiglio Direttivo, e scegliendo emblematicamente come luogo della riunione Ligonchio, il Comune dove si sta trasferendo la sede. Un modo per evidenziare, insieme alle rivendicazioni, i risultati di un impegno che sta portando verso la montagna più alta i centri decisionali e direzionali, insieme ad attività di grande qualificazione.
Il trasloco a Ligonchio degli uffici della Comunità del Parco e di alcune altre attività è quasi ultimato e il presidente Fausto Giovanelli, soddisfatto per aver mantenuto un impegno a cui teneva moltissimo, precisa che "si tratta del quarto trasloco – dopo quelli a Reggio Emilia e da Reggio a Cervarezza di questa sede e da Lucca a Sassalbo di quella legale – che dovrebbe essere l'ultimo, perché ora siamo nel luogo giusto e naturale. Il fatto che ciò avvenga in concomitanza con la ricorrenza del 24 maggio, offre l'occasione per confrontare questi successi e questi segnali con la situazione di precarietà in cui i parchi sono costretti a lavorare. Miopia e indifferenza stanno mettendo in crisi un lavoro che sta rilanciando tante aree marginali del Paese e che si propone come elemento essenziale di un moderno e competitivo made in Italy".
Parole che esprimono lo stesso concetto contenuto nell'ordine del giorno diffuso dalla Federparchi, e fatto proprio dal Consiglio Direttivo del Parco, che parla di "incontestabile, e in alcuni casi addirittura eclatante, azione positiva svolta dalla rete dei Parchi in difesa della biodiversità, a tutela della flora e fauna autoctona, a protezione di ambienti e paesaggi unici" e di "importanti iniziative rivolte ad alimentare, su basi innovative e rispettose del patrimonio naturale, forme di nuova economia, soprattutto in zone marginali e deboli".
Dalla nuova sede di Ligonchio dunque, il nostro Parco ha unito la propria voce a quella delle decine di altre aree protette per chiedere "al Parlamento di rivedere gli ultimi provvedimenti adottati che limitano fortemente le capacità operative dei Parchi e l'autonomia legislativa regionale in materia e al Governo di mettere in atto azioni di ampio respiro, che assumano i Parchi, e più in generale le aree protette, come elementi centrali per il rinnovamento delle politiche di gestione e sviluppo territoriale, basati sulla ricerca della migliore vivibilità in un'epoca di grandi e pericolosi cambiamenti ambientali".