Più di cento tra insegnati, educatori e dirigenti scolastici a ‘Scuola Nel Parco’

( Sassalbo, 18 Settembre 2011 )

Più di cento tra insegnati, educatori e dirigenti scolastici, si sono ritrovati questo fine settimana a Succiso presso ‘La Valle dei Cavalieri’, Centro Visita del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Provenienti da tutte e quattro le Provincie del Parco, gli operatori della scuola hanno raggiunto il crinale per partecipare alla quarta edizione della ‘Scuola nel Parco’, dedicata quest’anno ai ‘Laboratori in natura’. Ad accogliere i partecipanti al corso, Fausto Giovanelli, presidente del Parco, Ilenia Malavasi, assessore della Provincia di Reggio Emilia all'Istruzione, Scuola, Università, Ricerca e Formazione Professionale, e Mirca Gabrini, assessore alla Scuola del Comune di Castelnovo ne’Monti.

Il programma della due giorni è particolarmente inteso e articolato, con workshop e uscite sul territorio, e studiato ad hoc per una location particolare, adatta a stimolare la riflessione sull'importanza pedagogica di esperienze didattiche vissute in contesti di particolare valore culturale e ambientale. Anche i formatori sono particolarmente qualificati e il loro contributo ha posto al centro del dibattito modi originali e sicuramente complessi di affrontare i temi della cittadinanza attiva, della sostenibilità ambientale e del ruolo educativo che svolge la natura posta in relazione con la creatività e la curiosità di chi apprende.

Nel suo intervento Marco Dallari, insegnante di pedagogia e direttore del Laboratorio di Comunicazione Efficace e Narratività presso l'Università di Trento, ha impostato una riflessione sul rapporto arte-natura-didattica. «Fino a pochi decenni fa l’arte guardava l’ambiente naturale per imitarne le forme, trasformando i suoi ingredienti - il paesaggio, le piante, gli animali - in simboli immobili, fermati sulla tela, nel marmo e nel bronzo, per sfidare il tempo e contrastare, attraverso la cultura, la caducità e l’eterno rinnovarsi della natura. Con l’arte ambientale natura e cultura si con-fondono scoprendo una nuova dimensione non solo artistica, ma anche del pensare e rappresentare un rapporto umanità-naturalità più ecologico e fenomenologico».

Giovanni Borgarello, docente della Pracatinat (società consortile specializzato nella promozione e gestione iniziative di educazione ambientale e sviluppo sostenibile), ha costruito il suo intervento intorno all’esplorazione di alcune parole chiave: natura, ambiente, scoperta, scuola, bene/i comune/i, legami, sostenibilità, utilizzando come esempi delle esperienze concrete. «L’essenziale affinché i percorsi educativi siano sufficientemente buoni è che vi sia “sintonia delle menti”. Credo che anche una conversazione che ha come obiettivo quello di comunicare un’esperienza passi attraverso un certo grado di condivisione di rappresentazioni e di sintonizzazione affettiva».

Le esperienze pratiche e condivise dei "Laboratori in natura" sono state affidate Vea Vecchi, Atelierista Responsabile Mostre, Editoria e Atelier - Reggio Children, e Willy Reggioni, dipendente dell'Ente Parco afferente al servizio conservazione della natura e delle risorse agro zootecniche, referente progetti Life. Il loro contributo non poteva mancare in questa sede perché grazie alla loro preziosa collaborazione il Parco è diventato promotore di esperienze di educazione ambientale di spiccata originalità.

In un panorama di offerte di educazione ambientale, concentrate più sull’aggettivo ambientale che sul sostantivo educazione, le attività innovative svolte, in particolare nell’Atelier delle Acque e delle Energie di Ligonchio, pongono al centro del progetto un approccio all’ambiente, alla scienza e all’arte, di tipo problematico non ideologico e non assertivo a priori; in cui l’esperienza diretta e la ricerca di risposte da parte di ciascuno sono elementi di un percorso in cui l’ambiente – con i suoi valori, le sue logiche, le sue contraddizioni – si incontra naturalmente a valle, insieme con “lo stupore del conoscere” degli elementi base del mondo fisico e naturale.

Negli ultimi anni queste l’attività sono state sperimentate da migliaia di bambini, famiglie, educatori, insegnati, atelieristi ed esperiti, non solo italiani. Inoltre sono diventate parte integrante dei percorsi didattici di decine di insegnanti delle scuole di un’area in rapido ampliamento: ciò fa del Parco un vero e proprio ‘centro di educazione ambientale’ originale e di alta qualità.
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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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