Legati al territorio non dalla nascita, ma da qualcosa di molto forte: l’appartenenza affettiva.
( Sassalbo, 21 Settembre 2011 )Sul social network YouTube un’intervista ai ragazzi argentini che hanno preso parte al soggiorno formativo Orizzonti Circolari organizzato questa estate, nell’ambito del progetto Parco nel Mondo, dalla Comunità Montana della Garfagnana e dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, su iniziativa delle due Regioni.
Non bisogna lasciarsi ingannare dall’accento argentino. Basta ascoltare le parole dei tre giovani sudamericani partecipanti al soggiorno formativo Orizzonti Circolari, per accorgersi che sono molto più italiani di quel che sembrano.
Ciò che li lega al territorio non è la nascita ma qualcosa di molto forte: la scelta consapevole di riappropriarsi delle proprie radici, in qualche modo spezzate dalla ferita dell’emigrazione avvenuta nel secolo scorso. Radici tenute in vita grazie ai racconti di quei nonni che, con dispiacere, non sono mai più tornati a Zeri, a Lucca, a Licciana Nardi e in altri centinaia di piccoli paesi che costellano l’Appennino Tosco Emiliano come tutta l’Italia.
Oggi, grazie agli strumenti del “villaggio globale”, questi ragazzi possono viaggiare più spesso, possono esplorare i luoghi protagonisti dei racconti di famiglia, tenere i contatti con i nuovi amici italiani, e dare vita ad uno scambio di culture, di prospettive, di modi di vivere.
Chi meglio di loro potrà dunque svolgere il ruolo di ambasciatore dell’Appennino nel mondo?
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