Alluvione: per chi suona la campana

( Sassalbo, 02 Novembre 2011 )

La tragedia che ha colpito il Levante Ligure e la Lunigiana ha purtroppo molti precedenti tra essi la recentissima, disastrosa, alluvione del Magra e quelle che hanno ripetutamente colpito Genova. C’è una regione geografica: l’Appennino sul versante sud non degrada verso la pianura, ma precipita in breve spazio dalla sua vetta al mare.

Ce n’è una climatica. Siamo sul confine tra Europa e Mediterraneo e i cambiamenti in corso hanno accentuato la “tropicalizzazione” delle precipitazioni.

Ce n’è una umana: l’assetto del territorio insediato ha delle antiche e recenti fragilità. La variabile ambiente è stata ed è spesso sacrificata a interessi economici immediati. Siamo in colpa e in ritardo. L’effetto serra richiede non domani, ma oggi  - anzi già ieri – di riparametrare gli standard di sicurezza idraulica.

Nella tragedia – come sempre - sono scattati anche tanti buoni sentimenti, e tanto civismo. Tanti cittadini, e persone ora stanno mostrando, finalmente, generosità, coraggio, passione per i beni comuni e per il destino delle loro e di altre comunità.

Dal versante nord dell’Appennino, sono partite, per la prima volta, iniziative di aiuto e solidarietà alle località colpite dall’altro versante. La prima è quella dal Comune di Ramiseto, un comune che da sempre combatte con le frane e l’instabilità di versanti. Il Sindaco Martino Dolci, consigliere del Parco Nazionale, ha guidato personalmente squadre di operatori specializzati nell’azione di aiuto ad Aulla.

Il Parco Nazionale dell’Appennino ha subito messo a disposizione tutto il proprio personale, in primis i forestali del CTA con il loro comandante Dottor Ernesto Crescenzi.

Vernazza, Monterosso e le Cinque Terre sono il “nostro mare”. E non solo, sono l’esempio realizzato di come un territorio povero e arretrato possa risorgere, diventare attrattivo, dare benessere ai suoi abitanti e un servizio ad altri territori e a tutto il Paese.

Il Parco delle Cinque Terre, non dimentichiamolo soprattutto ora, è stato protagonista di tutto questo e protagonista di uno dei pochi veri “miracoli economici” degli ultimi difficili 20 anni dell’Italia.

Tutti i Parchi di Mare e d’Appennino, ma anche è il nostro Paese che deve qualcosa alle Cinque Terre. Il momento difficile – per l’Ente Parco, per la nota vicenda su cui il giudizio va rispettosamente sospeso respingendo i giudizi sommari - non deve far dimenticare a nessuno il valore immenso che lì è stato prodotto e accumulato. Il Parco è un fatto identitario e di vero valore di quel territorio. Il Governo, la Regione, il Ministero dell’Ambiente e del Territorio devono a Vernazza e Monterosso,  tutte le Cinque Terre un impegno speciale, specialissimo, in questo momento e nel prossimo futuro.

Non si tratta solo di un dovere, ma della tutela di una risorsa dell’Italia, di tutti, di un bene comune, che non deve essere offeso dal fango e dalla disattenzione. E’ un patrimonio dell’Umanità. Come scriveva Hemingway: “E allora, non chiedere per chi suoni la campana. Essa suona per te"

Fausto Giovanelli

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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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