Presentato a Fivizzano il Piano socio-economico del Parco
( Sassalbo, 06 Gennaio 2012 )Di fronte a una folta platea riunita nella sala consiliare del Municipio di Fivizzano è stato presentato il Piano socio-economico del Parco dell'Appennino Tosco Emiliano.
Dopo il saluto del Sindaco di Fivizzano, Paolo Grassi, il vice-presidente del Parco, Pietro Romiti, ha illustrato i tre assi strategici e la ‘Banca dei Progetti’ composta da 105 azioni. «L’Appennino del futuro passa attraverso la capacità di coniugare tutela e valorizzazione del territorio, eccellenze, materiali e immateriali, e alleanze strategiche, tra Istituzioni, Enti Locali, imprenditori e cittadinanza attiva. Lo stesso piano socio-economico è frutto di una larga condivisione e di un lavoro comune».
Il consigliere regionale Loris Rossetti (già sindaco di Fivizzano) ripercorrendo la strada fin qui intrapresa dal Parco ha sottolineato le motivazioni che hanno portato alla costruzione dell’Ente. «Il nostro non è stato un tentativo nostalgico di resurrezione della società contadina, ma piuttosto la nostra idea di Parco nasce da una riflessione su un modello di sviluppo. Abbiamo voluto offrire alla gente che vive sul crinale un valore aggiunto, una strada per costruire una migliore qualità della vita. Il modello di sviluppo della montagna è sempre stato marginale, ma adesso che la crisi ha incrinato i rapporti economici e sociali dei territori di fondovalle, il nostro modello può offrire nuove opportunità. Perché questo sia possibile, bisogna rafforzare le alleanze strategiche con i territori limitrofi, puntando su progetti come Parchi di Mare e d’Appennino. Bisogna ripensare al modello di consumo, scegliendo la filiera corta o cortissima di cui Menu a Km Zero è un esempio. Per fare ciò è necessario coinvolgere e lavorare in sinergia con i produttori e gli operatori locali. Infine bisogna essere capaci di recuperare il territorio salvandolo dall’abbandono, per questo, come Commissione Ambiente della Regione Toscana, abbiamo proposto una Legge sul recupero delle terre incolte».
Le sinergie e le alleanze sono necessarie per vincere una scommessa su cui l’Appennino ha puntato. «Il Parco Nazionale ha il merito importante di aver elaborato e in parte realizzato un piano socio-economico di altissimo livello – ha sottolinea Giuseppe Nardini – presidente del Parco Regionale delle Apuane – e questo è motivo di orgoglio per tutto il sistema Parchi, lo dico come responsabile di Federparchi Toscana. Io sono convinto che il compito dei nostri Enti sia quello di tutelare, ma anche di investire sul territorio che rappresentiamo. Le nostre risorse sono minime, come quelle di un pensionato a mille euro al mese, ma ogni euro che guadagnamo lo ridistribuiamo. Lo dimostra anche un recente studio dell’Università del Molise: ogni euro speso nei Parchi ne rende sette a livello nazionale, proprio come un imprenditore virtuoso».
Presenti all’incontro di Fivizzano anche molti imprenditori, come gli aderenti alla neo costituita Associazione di imprenditori lunigianensi. Tra questi è intervenuta Barbara Maffei del Centro Visita ‘Montagna Verde’. «Le sinergie messe in campo dal Parco e da un gruppo d’imprenditori dell’Appennino hanno permesso di creare una rete di Centri Visita e punti informazione che oggi coinvolge quaranta tra operatori e strutture. Questa è stata una scelta vincente e innovativa per coniugare insieme promozione, tutela e valorizzazione dei territori. Grazie anche all’uso delle nuove tecnologie e dei social network, oggi gli imprenditori prendono coscienza e consapevolezza di appartenere a un Parco. Questi stessi strumenti permettono di sensibilizzare e stimolare chi ha lasciato l’Appennino per cercare fortuna e chi discende da questi emigranti. Si rinsaldano così rapporti e legami affettivi con il territorio che si traducono in turismo di ritorno e iniezione di nuovo energie. Sull’onda di questi risultati, gli imprenditori della Lunigiana storica hanno creato dal basso una rete, un’associazione spontanea, che per la prima volta si è data degli obiettivi di visibilità e qualità dell’offerta».
La chiave di volta che come un filo rosso sottende al piano di sviluppo e proprio quella di dare valore economico e sociale alle eccellenze. «I contenuti del piano insistono su un cambio di paradigma – ha concluso Giuseppe Vignali, direttore del Parco - dal riequilibrio e dall'assistenza è necessario passare alla competitività. In altre parole si punta su risorse proprie, eccellenze, alleanze e relazioni, piuttosto che in aiuti di Stato, ormai ridotti al lumicino. Gli assi strategici sono tre. Si punta, in primis, a organizzare un distretto turistico ampio che da Bismantova arriva alle Cinque Terre, passando per la Lunigiana, il Golfo della Spezia, le Alpi Apuane e la val di Vara-Magra. Il secondo punto, complementare peraltro al primo, mira a consolidare e a recuperare sempre più la partecipazione fisica, economica e culturale di 100.000 emigrati dall'Appennino, che coi loro ritorni già animano la nostra estate e sono i nostri ambasciatori nel mondo. E, per concludere, scommettendo sull'alleanza con Reggio Children ed ENEL, può arrivare, a partire da Ligonchio, un turismo di scolaresche, famiglie e bambini da tutta Italia e da tutto il mondo, come è accaduto nel luglio scorso quando si sono ritrovate nel Parco le figure più importanti della pedagogia della scienza e dell'ambiente a livello mondiale».