Le impressioni dei protagonisti dell’I.I.S Galvani-Iodi di Reggio Emilia
( Sassalbo, 01 Marzo 2012 )Il Centro Visita del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, La Valle dei Cavalieri (Succiso), torna a ospitare il progetto ‘Neve Natura’. Una trentina di allievi dell’Istituto Superiore Galvani-Iodi di Reggio Emilia (due quinte) e le loro insegnanti, stanno trascorrendo alcuni giorni, impegnati tra sci di fondo, passeggiate con le ciaspole e approfondimenti su natura e territorio.
«Ciò che fa di questo progetto un'esperienza speciale – afferma l’insegnante Cecilia Catellani - è lo stretto legame di tutte le proposte formative con le risorse del territorio del Parco. Risorse che si evidenziano nelle persone che collaborano alla realizzazione del progetto, nella loro disponibilità verso il visitatore e nella loro capacità di assumere ruoli professionali poliedrici, differenti (cuoco, autista, casaro) per poter rendere fattive tutte le attività del Parco, ma anche del paese e al tempo stesso, per poter permettere la sopravvivenza di un patrimonio culturale, sociale e naturale davvero importante. L’impagabile ricchezza naturale offre al visitatore la possibilità di percorrere antichi sentieri e tradizioni. Attraverso la natura e le sfide che pone si favorisce il confronto con se stessi e con il proprio modo di essere. Mentre gli incontri con esperti, ricercatori, naturalisti e guide forniscono un esempio di passione per il lavoro».
Le insegnati Maurizia Landini e Annalisa Guidetti raccontano come i loro studenti, partecipando a questo progetto, hanno la possibilità di arricchire la propria formazione attraverso esperienze in stretto contatto con una realtà, generalmente a loro sconosciuta, caratterizzata da una forte valenza naturalistica, umana e sociale.
«La ciaspolata, cosi come la pratica dello sci da fondo, ha permesso a ogni studente di scoprire itinerari naturali, nuove modalità di gestione del tempo libero, facendo emergere potenzialità individuali spesso ignote. Anche la parte teorica è stata seguita con grande attenzione. La figura del lupo, rivisto attraverso l'esperienza dei ricercatori del Parco, ha emozionato e consentito loro di superare stereotipi diffusi da favole e leggende. I racconti degli alpinisti hanno fatto comprendere appieno come la montagna debba essere conosciuta e rispettata, ma soprattutto come i sogni, la determinazione, la sfida, portino a raggiungere obiettivi a volte impensabili».
«Ciò che soprattutto colpisce a Succiso – concludono gli studenti - è la passione degli operatori che abbiamo incontrato e che hanno reso questa esperienza unica. Ci ha colpito la loro grande capacità di mettersi in continua relazione e collaborazione, non solo tra loro, ma con l'intera comunità per non disperdere un patrimonio prezioso. A queste persone va il nostro ringraziamento».