Wolf Apennine Center: condivisione dei protocolli

L’esperienza del lupo Reno al congresso nazionale di Teriologia

( Sassalbo, 10 Maggio 2012 )

L'esperienza del lupo Reno, recuperato in cattive condizioni di salute nell'Appennino parmense, curato e rimesso in libertà,  è stata riassunta in un lavoro scientifico che il Wolf Apennine Center del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano presenterà in occasione del VIII congresso nazionale di Teriologia, che si sta svolgendo in questi giorni a Piacenza. In particolare i ricercatori del Parco forniranno dati preziosi sull’uso della telemetria satellitare per lo studio della sopravvivenza e dei movimenti di un lupo. 

«Ad oggi, in Italia, sono noti pochi casi di lupi recuperati e il cui ritorno alla vita libera è stato monitorato – spiega Willy Reggioni, responsabile del WAC del Parco Nazionale - L’impiego di un collare satellitare (GPS-GSM) ha consentito di monitorare il destino di questo lupo maschio adulto (2 anni) e acquisire informazioni altrimenti non rilevabili. Il rinvenimento e la gestione di un lupo ferito è un evento raro che richiede l’integrazione di competenze e professionalità diverse e in cui la rapidità e l’adeguatezza dell’intervento sono fondamentali».


In sintesi questa esperienza ha evidenziato che il recupero e l’eventuale reimmissione in natura di un esemplare di lupo ferito necessita di competenze e professionalità diverse: medici veterinari, biologi e genetisti. Il successo delle operazioni dipende fortemente dai singoli soggetti coinvolti e dalle relazioni interpersonali instaurate.

Grazie all'esperienza maturata il Wolf Apennine Center del Parco Nazionale intende proporre  la condivisione di specifici protocolli di intervento, volti a stabilire in forma univoca ruoli, procedure, modalità e tempistica in moda da superare la disomogeneità degli approcci gestionali e della frammentazione delle competenze.
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Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
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