La Corte transumante di Nasseta ha trovato casa a Comano

La cooperativa di Ferretti a gestire il Centro per il cavallo

( Sassalbo, 26 Giugno 2012 )

La ‘Corte transumante di Nasseta’ ha trovato casa a Comano, dove il Comune e il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano hanno realizzato, grazie anche a fondi europei, il Centro del cavallo. L’associazione di Giovanni Lindo Ferretti, Marcello Ugoletti e Cinzia Pellegri ha dato vita alla cooperativa ‘La via Comano’ che d’ora in poi gestirà la struttura affidata loro dal Parco  Nazionale.

Un progetto, il loro, di grande fascino che si pone obiettivi culturali ed economici capaci di coinvolgere tutto il crinale e l’Area Vasta che arriva fino al mare delle Cinque Terre.

E’ stato lo stesso Ferretti ha spiegarlo durante la cerimonia di consegna della struttura che si è svolta ieri, domenica 24 giugno, a Comano. «La via di Comano è il progetto di un centro ippico strutturato sui moduli di un’antica corte: le scuderie, i recinti, i pascoli; la dimora familiare e l’ospitalità; la conoscenza del territorio e le infinite possibilità di viaggiarlo a cavallo. Un Teatro e un’Accademia con spazi privilegiati per lo sviluppo di una cultura equestre dei monti. La scelta del cavallo italiano, conoscenza e valorizzazione di una storia millenaria, è la nostra storia. Comano deve essere: sorpresa, nel segno estetico e nella coscienza culturale, per chi di cavalli e montagne nutre la propria passione vitale.  Aspira ad essere proposta educativa rivolta alle scuole; supporto logistico e informativo per il territorio; proposta turistica ai visitatori, anche delle Cinque Terre: una giornata a cavallo nell’entroterra vi stupirà.

La via di Comano coltiva un sogno, da intrecciare nel tempo con rapporti istituzionali, culturali, artistici, per la realizzazione del primo festival equestre del Mediterraneo. Lo spazio c’è, in dimensioni perfette e deve imporsi da subito come luogo di avvenimenti, concerti, convegni, in un’area difficile e problematica pressoché sconosciuta. Qui, dove Toscana muore, Liguria non vive ed Emilia veloce attraversa per arrivare al mare, può, deve, nascere una risposta forte al disagio che è spopolamento e annichilire del vivere sui monti.

Comano è un luogo perso, nascosto, ma è una meta facile e comoda da raggiungere: 17 chilometri dal casello di Aulla, poi montagne fin quante ne vuoi e il respiro dei secoli tutto intorno».

Il Parco Nazionale ha consegnato il Centro del cavallo alla cooperativa ‘La via di Comano’ che se n’è aggiudicata la gestione tramite un bando, anche alla presenza dei sindaci di Monchio delle Corti, Claudio Moretti, di Ramiseto, Martino Dolci, e di Filattiera, Lino Mori. La loro presenza a Comano rappresenta un legame forte che esiste tra i territori del crinale.

Comano, infatti, appartiene a quell’antica rete di borghi medievali fortificati storicamente conosciuta come Terre Matildiche la cui dorsale principale è la Valle dei Cavalieri.

Il fiume Enza, che nasce proprio nel territorio di Comano, oggi traccia il confine tra le province di Parma, Reggio Emilia e Massa Carrara. I versanti, omogenei per arte, cultura, tradizione, dialetto e storia, sono divisi tra le diverse province, ma uniti all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano che si propone come punto riferimento delle comunità montane.

Per scrivere un’altra riga della carta d’identità del territorio, il Parco Nazionale, proprio a Comano, ha stabilità di realizzare la Porta dei Cavalieri capace di esprimere, in modo immediato, il senso di comunità e di appartenenza a questa storia e a questo territorio. Questa Porta insieme alle altre poste in altri punti strategici del Parco Nazionale rappresentano un filo conduttore facilmente riconoscibile, una rete di strutture con un’immagine coordinata, capaci marcare il territorio.

«La Porta dei Cavalieri, così come il Centro del cavallo – spiega Pietro Romiti, vicepresidente del Parco Nazionale – rappresentano indiscutibilmente questo lembo d’Appennino. Proprio a Comano dal 1967, a settembre, viene organizzata la rassegna equina.  Da quest’esperienza ha preso le mosse un percorso di valorizzazione zootecnica che, grazie alla Regione Toscana e al Ministero delle Politiche agricole e Forestali, ha portato alla salvaguardia del cavallo appenninico. Oggi proprio questa razza italiana, insieme alle altre del crinale, il ventasso e il maremmano, diventano protagonisti del Centro del cavallo, grazie alla ‘Corte transumante di Nasseta’. La cooperativa che da quest’associazione ha preso le mosse ci permetterà di realizzare un modello di gestione di una struttura importante per il territorio. Attraverso la valorizzazione del cavallo, patrimonio economico delle nostre comunità fin dall’antichità, sarà possibile promuovere la biodiversità, uno sviluppo sostenibile, un turismo consapevole e soprattutto una rinascita culturale attraverso una prima ed eccellente esperienza di teatro equestre».  

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Giovanelli Romiti Ugoletti
Ferretti
 
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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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