Dati dell’Osservatorio italiano del turismo montano
( Sassalbo, 21 Febbraio 2013 )L’ultimo boom in termini di attrezzature invernali non sono i nuovi sofisticati attrezzi per il freestyle, ma le ‘vecchie’ ciaspole che nella stagione 2012 hanno visto crescere i loro estimatori del 27,3% e che quest’anno vedranno un sensibile incremento delle vendite. A sostenerlo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio italiano del Turismo Montano (http://osservatorio.skipass.it/) che ogni anno sonda gli orientamenti e le passioni per gli sport invernali.
Analizzando le macro tendenza, Osservatorio ha rilevato che le così dette pratica leggera, sono tra quelle che fanno registrare un maggior incremento: tutto ciò che è slow – ciaspole, winter trekking ed anche sci da fondo – continua ad avere successo, con richieste in aumento costante. E’ sempre più frequenti vedere tra le piste o sui sentieri innevati chi vive la montagna invernale per lo sci più che per moda. Gli italiani, specialisti o amatoriali che siano, frequentano la montagna con la passione vera dello sci, in tutte le sue variegate discipline, e proprio grazie alle ‘slow’ il loro numero aumenta circa l’1,5% nonostante la crisi.
Una progressione iniziata nell’Inverno 2011/2012: sebbene al centro degli interessi siano rimaste le tecniche più tradizionali (discesa, fondo e snowboard, che complessivamente rappresentano l’81% del mercato complessivo), a crescere sono da un lato i praticanti delle nuove discipline di tendenza, come la vela o il surf su ghiaccio e, dall’altro, rinascono le vecchie usanze rispolverate, come le escursioni in ciaspole (che assorbono il 12% del mercato) o le romantiche gite in calesse.
Non solo le ciaspole. E’ interessante osservare anche la crescita in misura esponenziale delle richieste per le opzioni di “movimento”, molto più di quelle prettamente “sportive”. Tutto ciò che permette alle persone di sentirsi attivi sta vivendo, infatti, una fase di vera esplosione. Dalle nordic walking sino allo snowbike, ma anche lo sleddog (slitta trainata da una muta di cani) e lo ski-jöring (sciare trainati da uno/due cani o da un cavallo). Tutte esperienze che permettono di entrare in contatto con la natura, di muoversi sulla nave senza eccessivo affaticamento o senza dover necessariamente raggiungere prestazioni da campioni.
L’Osservatorio, inoltre, ha registrato un dato molto interessante: nella stagione invernale 2011/2012 sono aumentate le richieste per le località “cordless”, cioè quei i luoghi di soggiorno capaci di garantire sostenibilità. Si tratta di destinazioni turistiche che si sono distinte per la mancanza di strutture legate a impianti di risalita, quindi senza fili, che offrono attività sportive slow come, appunto, le ciaspole. Proposte fresche, giovani, senza grandi tradizioni turistiche; lontane dallo sfarzo, dalla folla e dall’inquinamento. Poco importa se poi si deve vivere anche in maniera a volte spartana, l’importante è vivere un’esperienza diversa da quella del proprio quotidiano: landscape & visual.
In conclusione gli esperti dell’Osservatorio sono sicuri che vinceranno le località che sapranno garantire un paesaggio gradevole e la possibilità di avere anche una bella visione di quell’ambiente. “La bellezza soddisfa la vista e rilassa la mente - scrivano nel loro rapporto - Forte sarà la richiesta di luoghi di soggiorno in circuiti di qualità, ma non al centro della confusione, dove diventa possibile vivere davvero in relax il poco tempo della vacanza, in un ambiente piacevole”.
«Il rapporto dell’Osservatorio italiano Turismo Montano non fa che confermare ciò che osserviamo già da alcuni anni nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano: un’affezione alle attività slow in natura; una partecipazione sempre maggiore alle proposte formative outdoor, in particolare ‘Neve Natura e Cultura’, soprattutto da parte delle scuole che di anno in anno non mancano quest’appuntamento; una crescita del turismo invernale sostenibile su tutto il crinale, grazie anche ai tanti sentieri battuti. Ciò non fa che premiare gli sforzi dell’Ente e dei tanti operatori che hanno creduto in quest’opportunità investendo risorse e riportando in montagna giovani e forza lavoro. Sicuramente c’è ancora moto da fare, la sfida è aperta: quest’inverno potrà essere ricordato come una novità che vede tutto l’alto Appennino come una destinazione turistica diffusa».