La rivista incontra il regista Germano Maccioni
( Sassalbo, 21 Maggio 2013 )La rivista Wired nella sua versione online presenta un estratto in esclusiva del documentario realizzato da Germano Maccioni su Giovanni Lindo Ferretti, ‘Fedele alla Linea’, prodotto da Articolture in collaborazione con Apapaja.
“A volte ce la fanno anche i documentari, a trovare la strada della sala cinematografica – così su Wired inizia l’intervista a Maccioni - Succede di solito ai documentari belli, e capaci di toccare nervi scoperti del dibattito culturale e sociale, di raccontare storie e personaggi che appassionano e dividono. La storia in questo caso è quella di Giovanni Lindo Ferretti. Da leader dei CCCP e apostolo del punk filosovietico ad ascetico eremita devoto a Dio, ai cavalli e all’amato Appennino emiliano, la vita e le scelte di Ferretti hanno diviso, disorientato, scatenato reazioni furiose dei vecchi fan. E continuano ancor oggi a suscitare reazioni contrastanti e accese discussioni”.
“Fedele alla Linea” è uscito nelle sale il 10 maggio, anticipando il tour di ‘A Cuor Contento’ e il ritorno in scena a giugno del lavoro cui ha Ferretti ha dedicato gli ultimi anni, il teatro barbarico equestre di ‘Saga. Il canto dei canti’.
Racconta Maccioni a Wired: «Ferretti stava lavorando a quest’opera equestre che sarebbe poi diventata Saga, e gli mancava la copertura visuale. Io ho accettato a patto che potessi ribaltare la cosa: tenere Saga al centro, ma usarla come perno per raccontare il suo percorso di vita. Non sono stato molto ai patti. Giovanni voleva un film fatto al 99% di cavalli, con un 1% di Ferretti. Io ho invertito il rapporto, anche se i cavalli sono il filo rosso e l’elemento metaforico che tiene insieme il racconto. E sono stati la chiave per convincerlo. A patto che ci siano i cavalli – mi ha risposto - sono disposto a parlare di cose di cui non volevo più parlare».
«Ad ogni modo non l’ho mai pensato, e ancor oggi non lo vedo, come un film biografico continua il regista su Wired - C’è la sua vita, ma c’è anche la contemplazione di una realtà e di un mondo che non siamo più abituati a guardare». Forse il segreto più profondo della sua coerenza, della sua fedeltà alla linea, si nasconde proprio in quel piccolo mondo antico, quell’Italia umile e abbandonata rappresentata da Cerreto Alpi, il paese natale cui Ferretti faceva regolarmente ritorno. «C’è una sua frase che alla fine non ho messo nel film, ma che dice tanto: “Per me è importante che sopravviva la tradizione in cui sono cresciuto, anche se io magari non la comprendo fino in fondo chi verrà dopo di me forse la comprenderà”».
Il pezzo di Wired si chiude con un consiglio al lettore: “quello di non perdersi questo ritratto affascinante, e denso di poesia per immagini, di un personaggio da sempre fedele a una linea di scelte rigorosamente controcorrente, e dotato di una capacità rara di portarle alle estreme e più coerenti conseguenze, senza rinnegare nulla. ‘Fedele alla Linea’ forse non darà risposte definitive alle domande sul mistero Ferretti, risposte che il diretto interessato d’altronde ha già dato: Io offro la sincerità del mio percorso, del resto m’importa poco. Ma potrebbe aiutare a capire che è la domanda a essere, se non sbagliata, almeno inopportuna. Perché il Ferretti di oggi ha ancora cose più interessanti da fare e raccontare, che non spiegare la sua conversione”.
Il 30 maggio il film sarà presentato presso il Cinema Rosebud di Reggio Emilia. Interverranno il regista, la produzione e Giovanni Lindo Ferretti accompagnato dalla Corte Transumante di Nasseta.
I biglietti per ‘Saga’ in scena a giugno possono essere acquistati online https://www.parks.it/news2/tinymce/jscripts/tiny_mce/www.mailticket.it