Educazione ambientale e territoriale nel Parco dell'Appennino

( Sassalbo, 01 Novembre 2013 )

Nel secolo dei cambiamenti climatici, nel mondo che si pone l'obiettivo dello sviluppo sostenibile, l'educazione ambientale è parte dell'educazione civica di giovani e adulti, ed è parte della morale civile ed anche religiosa.

Non è e non deve essere alcunché di ideologico, settoriale e tanto meno settario. Al contrario deve essere un patrimonio di conoscenze, accresciuto, posto in modo problematico e aperto a diverse visioni: liberali o dirigiste, religiose o laiche, scientiste e umanistiche, per quanto riguarda le risposte da dare alle problematiche ambientali, a livello locale o mondiale.

I parchi sono testimoni e laboratori dell’educazione ambientale. Lo sono naturalmente, per il solo fatto di esistere ed essere frequentati. Hanno altresì una mission precisa, sancita dalla legge per essere attori e promotori di specifiche attività in questo campo. Una mission ben precisa, dunque, senza alcuna esclusiva, tuttavia, per questo compito che è dell'intero sistema formativo, che rientra negli obiettivi dell'UNESCO, così come nei programmi scolastici nazionali e di diverse agenzie formative pubbliche e private.

A tutto questo il Parco Nazionale dell'Appennino tosco Emiliano, vuole apportare un proprio peculiare contributo. Fin dai primi passi, con la rassegna Neve Natura e Cultura d’ Appennino, ha dato vita a una propria azione di educazione ambientale, fondata sull'immersione fisica nei luoghi del Parco, nella loro identità, a contatto con le ricchezze e le caratteristiche del paesaggio, della storia e della natura.

Fin dall’inizio dunque, l’azione di educazione ambientale del Parco ha cercato di evitare rischi di autoreferenza, accademismo e altresì di proporre una visione oleografica dell'ambiente. Ha scelto invece di investire su esperienze concrete, fisiche e pratiche e non solo su lezioni e nozioni impartite ex-cathedra. Al tempo stesso i progetti di educazione ambientale del Parco hanno incluso finalità culturali, turistiche ed economiche più generali, in un ottica di multifunzionalità e con lo scopo di dare personalità, attrattività e vitalità al territorio.

Oggi, ad alcuni anni dal suo avvio, i programmi di educazione ambientale del Parco Nazionale dell'Appennino tosco Emiliano procedono su percorsi al tempo stesso definiti e articolati.

C'è un'azione che consiste nel dare strumenti, conoscenze, spazi e qualche sostegno economico alle scuole e ai loro operatori, dirigenti e insegnanti, perché autonomamente, liberamente e creativamente collochino le problematiche della sostenibilità dentro i loro programmi di lavoro e di insegnamento, tenendo conto dei vari livelli e degli indirizzi di studio.

Ci sono altresì azioni, contenuti ed esperienze che il Parco elabora, propone e gestisce in prima persona, seppure sempre in collaborazione con altri soggetti pubblici e privati. Vanno sotto il nome di progetti come Neve Natura, Autunno d’ Appennino, Estate nel Parco, Fare per capire, Atelier, Life Extra (Convivenza Possibile), Life Gypsum, con Ecocluster e altri.

Tra queste ultime quella dell'Atelier delle Acque e delle Energie, che ha il suo centro a Ligonchio, ha un particolare rilievo e distintività.

Anzitutto è frutto della collaborazione con “Reggio Children”, e delle scuole d'infanzia di Reggio Emilia, portatrici di originali approcci e capacità riconosciute in tutto il mondo nel campo della pedagogia infantile. C'è la collaborazione di ENEL, che mette a disposizione come campo base e laboratorio un grande spazio attrezzato all'interno di una centrale idroelettrica, ancora in funzione e ormai da quasi un secolo fornitrice di energia rinnovabile.

Le leggi della natura e del cosmo, quelle che regolano il ciclo della acqua e i flussi della materia e dell'energia, vengono proposte secondo un approccio pedagogico che si fonda sulla curiosità, sulla creatività e sulla libertà dei bambini, sui loro cosiddetti “Cento Linguaggi”, sull’esperienza sensoriale ed emotiva.

Non è imposta né implicita alcuna visione. È invece accompagnata l'esperienza del bambino, che come lo scienziato fa ricerca senza limiti e senza pregiudizi e per tentativi ed errori si impossessa della conoscenza. Il campo base è stato allestito combinando il know-how di pedagogisti, architetti e uomini di scienza. È una sorta di laboratorio di pedagogia della scienza, quello che è stato allestito a Ligonchio, come campo base di percorsi di conoscenza che si svolgono sul territorio, dai boschi ai valichi, ai torrenti.

L'unicità del luogo di apprendimento e ancora più l'unicità e la qualità certificata dell'approccio metodologico collocano questa esperienza al di fuori di quelle tradizionali, e ben diffuse ormai, nel mondo dei parchi e nella scuola. Da diversi paesi del mondo si sono registrate visite e laboratori con professionisti dell'educazione, da diverse scolaresche del territorio, ed in estate da parte di visitatori e famiglie si sono registrate finora 12.000 presenze, con eccellente riscontro di apprezzamento e soddisfazione.

È un’esperienza nuova e originale, ma già testata sul campo, che a questo punto merita dunque uno sviluppo, una attenzione e una fruizione anche più vasta nel mondo dei Parchi e in quello della scuola.

Fausto GIOVANELLI

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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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