Il Parco Nazionale investe sull’inverno

( Sassalbo, 13 Gennaio 2014 )

“Valorizzare le quattro stagioni dell’anno” è una delle idee guida scelte per la costruzione di questo Parco Nazionale d’Appennino che ha la sua più forte specificità nella diversità climatica e paesistica connaturata nell’essere confine fra Europa e Mediterraneo. “Vivere le stagioni” è parte di uno stile di vita che un Parco deve saper offrire come ordinaria quotidianità ai residenti, come opportunità ai visitatori, come opzione culturale verso la naturalità per tutti. In Appennino l’Inverno non è stagione da meno rispetto le altre. Un tempo era il freddo, anche nelle case, la neve, il riposo dei campi e dei pascoli, la transumanza in Maremma e l’attesa della bella stagione per le attività agricole e i borghi. In seguito è diventato, in alcuni punti del territorio, afflusso domenicale nelle stazioni sciistiche, cresciute di edilizia e di numero per due o tre decenni. Ora le stazioni si riducono di numero e sono giunte a un punto di stallo che reclama un cambiamento verso forme più ricche e differenziate di valorizzazione della neve, della cultura, della natura, del paesaggio. L’Inverno d’Appennino, su cui il Parco investe con convinzione, è una stagione che cresce d’interesse e attrattività. L’Appennino tosco emiliano ha, a prescindere dai confini amministrativi, una sua importante “North Face”, un versante Nord vero e severo. Tra Dicembre e Aprile oltre i 1200 metri di quota la neve è di casa e spesso abbondante. E con la neve diventano altro il paesaggio, le abitudini, l’economia. Alle piste di discesa delle stazioni invernali se ne sono aggiunte alcune per lo sci di fondo. Ma più estesamente, presso quasi tutti i passi e i borghi più alti ci sono i “sentieri della neve”, tracciati battuti o meno battuti che attraggono sempre più persone con o senza attrezzi. Oltre lo sci alpinismo che è per i pochi che se la sentono, oltre lo sci alpino condizionato dagli impianti, oltre lo sci di fondo limitato agli anelli battuti, c’è lo spazio della neve e della natura, ci sono chilometri di vecchie e nuove strade forestali che sono una straordinaria e sostenibile infrastruttura che collega passo a passo, rifugio a rifugio. In attesa che decolli anche in Appennino lo ski touring che va prendendo piede sulle Alpi come forma completa e accessibile di godimento della neve e dello “scivolare”, il richiamo naturale della neve passa sempre di più per le ciaspole. Sono loro a richiamare nuove forme di divertimento, di esplorazione, di conoscenza, di esperienza della neve. Le ciaspole sono facili, leggere, “proletarie”, semplici da usare in qualsiasi situazione. Le ciaspole, vere operaie della neve, sono le regine dell’Appennino bianco; certo la loro impronta “a spermatozoo” non ha l’eleganza della traccia dello sci, ma la loro praticità compensa abbondantemente l’estetica. Si buttano nel portabagagli dell’auto e si possono lasciare lì tutto l’ inverno, pronte per ogni occasione. Le ciaspole possono

anche regalare grandi prestazioni: si può correre, saltare, scivolare in discesa, sono agili nella boscaglia. Se la neve è abbondante e dura si va più spediti che d’estate. 6 Le ciaspole sono economiche, si possono usare con gli scarponcini normali e davvero tutti possono utilizzarle da subito! Il parco nazionale dell’Appennino d’inverno è una meravigliosa palestra dove girovagare liberi all’aria aperta; non è necessario raggiungere il crinale ghiacciato o la vetta impervia; ovunque ci sono mille angoli da scoprire. Molti non sanno che anche in pieno inverno, si possono trovare punti caldi, microspazi esposti al sole e riparati dove si sta benissimo anche senza giacca, a prendere il sole e godersi il picnic mentre in pianura si battono i denti per freddo e umidità. Le ciaspole in questo caso si rivelano ottime come rullo compressore, badile e comoda sdraio per costruirsi un’accogliente piazzola nella neve. Altrimenti si può scegliere fra i tipici menu di comodi ristoranti e rifugi dell’ Appennino, sempre pronti a rifocillare esausti ciaspolatori. Gli itinerari sono infiniti, tutti interessanti, queste guide contengono molte proposte, ma ognuno può scegliere la propria via nell’esaltante inverno appenninico. Buon Inverno in Appennino a tutti.

Fausto Giovanelli e Giuseppe Vignali.

Presidente e Direttore Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano

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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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