( Sassalbo, 03 Marzo 2014 )

Per l’importanza archeologica e storica, per il legame con un luogo straordinario, la Pietra di Bismantova, sia dal punto di vista ambientale che da quello dei ritrovamenti che fin dal 1875 si sono susseguiti nei decenni, quello che verrà presentata il prossimo 12 marzo, alle ore 20.30, nella sala consiliare di Castelnovo ne’ Monti, sarà un evento culturale ed espositivo destinato a rimanere nella storia del paese ed anche del Parco Nazionale, di cui la Pietra è da alcuni anni il simbolo più riconosciuto. Dal prossimo mese di aprile, per sei mesi, negli spazi espositivi di Palazzo Ducale, sarà ospitata la maggior parte dei reperti abitualmente custoditi ai Musei Civici di Reggio Emilia, rinvenuti nel corso degli anni a Campo Pianelli, necropoli alle pendici di Bismantova, utilizzata fin dall’età del rame, e poi più intensamente nell’età del bronzo. La mostra, dal titolo “Antichissima Bismantova”, vede una importante collaborazione, che ha richiesto mesi di pianificazione e lavoro organizzativo, tra l’Amministrazione di Castelnovo ed in particolare l’Assessorato alla Cultura, i Civici Musei e nello specifico l’archeologo James Tirabassi, che su Bismantova ha condotto numerose campagne di scavi e sarà il curatore della mostra, la Sovrintendenza ai Beni archeologici dell’Emilia Romagna, ed il Parco nazionale, nel cui perimetro la Pietra è compresa ufficialmente a pieno titolo dal 2010, rappresentandone uno dei punti di maggiore rilievo. E la Pietra, proprio per le sue caratteristiche geologiche, ma anche archeologiche, è un unicum conosciuto in tutta Italia: la mostra in fase di allestimento sarà una occasione unica per vedere una serie di reperti straordinari nell’ambiente in cui furono ritrovati, e quindi del quale sono manufatti originari. I primi scavi a Bismantova furono condotti da Gaetano Chierici a partire dal 1875. Da allora a Campo Pianelli sono state rinvenute decine di sepolture, principalmente in ossuari costituiti da grandi vasi biconici con relativi corredi. Una serie di pezzi ceramici di grande importanza, corredati da moltissimi manufatti in bronzo, ma anche in osso, ed altre suppellettili di valore archeologico molto elevato, che poi sono andate a costituire la base di una delle principali sezioni dei Musei civici di Reggio. Ora per la prima volta questa imponente collezione ritorna in modo pressoché completo in Appennino, all’ombra della Pietra, che conferma la propria storia di cuore del territorio, al centro della storia locale, a partire dalla protostoria, per poi vedere il passaggio di Liguri, Bizantini, fino ad arrivare al Parco. Un evento che era atteso e auspicato da tempo: ne sono testimonianza le tante proposte di collaborazioni ed iniziative collegate alla mostra già pervenute da associazioni e realtà culturali locali. Se ne comincerà dunque a parlare concretamente, anche per ricevere suggerimenti e consigli dai cittadini, mercoledì 12 marzo, alle 20.30 nella sala consiliare “G.Battistessa”, in Municipio.

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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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