Temi, questi, molto importanti per i nostri crinali e centrali per il Parco Nazionale. L'Appennino Tosco Emiliano è quello che si può definire un paesaggio alimentare, disegnato dalle attività agricole delle sue comunità che hanno saputo sfruttare le diversità climatiche dei due versanti, tra Europa e Mediterraneo.
Da un contesto di paesaggio fortemente semplificato ed estremamente funzionale al modello agro-zootecnico degli anni '60 e '80, si è giunti oggi a complesso mosaico di ambienti: foreste, aree aperte semi-naturali ed agro-ecosistemi sono ben mantenuti dalla residua attività dell'uomo.
L'agricoltura di montagna, così come la gestione sostenibile delle foreste, è una attività ad alto tasso di manodopera e dunque in grado di migliorare la situazione occupazionale, economica e sociale di aree marginali. L'agricoltura di montagna è più difficile e con minori rese e deve essere valorizzata partendo dalle caratteristiche di qualità e naturalità intrinseche delle sue produzioni.
Per far questo il Parco Nazionale è promotore e sostenitore di percorsi e filiere di valorizzazione turistiche, culturali e gastronomiche.
Queste residuali attività agricole si inseriscono oggi in un ambiente con una rinnovata abbondanza di habitat naturali e di specie. In un tale contesto, il ritorno a una maggiore naturalità può inevitabilmente riattivare antichi pregiudizi sulla conservazione della natura e soprattutto, se non correttamente gestito, inasprire i conflitti tra le "sopravvissute" attività economiche e gli elementi naturali del territorio.
Questi rinnovati conflitti tra uomo e natura sono identificabili tra i principali fattori di minaccia locale alla conservazione della biodiversità; possono, infatti, innescare azioni di ritorsione diretta nei confronti delle specie più indesiderate (Lupo, Aquila, Cinghiale, Capriolo, Cervo, ecc.). Il ricorso al bracconaggio per eliminare gli animali e agli incendi per ripristinare aree aperte a ridosso dei centri abitati e/o in aree alto montane invase da vegetazione 'infestante', sono solo alcuni esempi dei rischi associati a una conservazione della natura che non affronta adeguatamente il tema del consenso locale e della mitigazione del conflitto uomo-natura.
Tra le soluzioni possibili quella più ragionevole è l'adozione dell'accezione più evoluta e moderna dell'espressione "conservazione della natura" ovvero di "convivenza possibile" tra uomo e natura, tra attività economiche tradizionali e mantenimento di una adeguata biodiversità locale.
Questo è l'obiettivo generale del Parco Nazionale sul fronte della conservazione della biodiversità specifica, ecosistemica e paesaggistica e in questa direzione si sviluppano tutti gli interventi, i progetti di valorizzazione e le azioni di informazione e sensibilizzazione rivolte al pubblico.