Grande successo per le attività di cattura nell’ambito del Progetto Life M.I.R.CO – Lupo, portate avanti nel Comune di Albareto. A soli 5 giorni di distanza dalla cattura del primo esemplare, una femmina adulta successivamente rilasciata con collare GPS, è stata catturata una seconda femmina, presumibilmente appartenente al medesimo branco, di circa 1 anno di età. Sul posto sono intervenuti i tecnici del Wolf Apennine Center del Parco Nazionale, in particolare i veterinari Nadia Cappai e Mario Andreani, quest’ultimo da sempre punto di riferimento per il WAC grazie all’esperienza ventennale maturata nel recupero di lupi in Provincia di Parma, ma anche nel loro monitoraggio e nella prevenzione dei danni, e Luigi Molinari, tecnico senior del WAC: “Catturare questi due esemplari ha richiesto tempo e un notevole sforzo logistico” – precisa Molinari – “ le condizioni climatiche, la distanza notevole dalla nostra sede operativa e il comportamento particolarmente schivo di questi animali hanno reso l’operazione non semplice, ma possiamo essere più che soddisfatti del risultato”. Anche in questo caso è stato valutato direttamente su campo il fenotipo dell’animale che non mostrava segni evidenti di ibridazione e si è proceduto al suo rilascio previa applicazione di un secondo collare GPS. I due esemplari saranno monitorati dal Wolf Apennine Center per i prossimi tre anni e consentiranno di approfondire le conoscenze in merito al branco e alle dinamiche che hanno causato la morte per predazione di diversi cani da caccia durante l’attività venatoria proprio nel territorio di Albareto. Al momento non è possibile ipotizzare per questi animali un destino diverso: la normativa vigente non consente di rimuovere gli animali responsabili degli attacchi, né con l’abbattimento né con la loro captivazione definitiva. Come già accade in altre realtà internazionali, il monitoraggio serrato degli esemplari, grazie all’utilizzo dei collari GPS potrà però migliorare la convivenza tra attività venatoria e presenza del branco. Grazie all’accordo formalizzato con l’Ambito Territoriale di Caccia PR9, i cacciatori vedranno tutelata la propria attività e la sicurezza dei propri cani, ricevendo indicazioni circa le aree maggiormente frequentate dal branco e dunque a maggior rischio di predazione. Allo stesso tempo, gli esemplari monitorati fungeranno da indicatori verso eventuali atti di bracconaggio, non escludibili a causa dell’ormai alto livello di conflitto uomo – lupo nell’area. L’eventuale decesso dei due esemplari verrà immediatamente comunicata dai collari GPS consentendo il rapido recupero degli animali e l’accertamento della causa di morte. L’approfondimento delle conoscenze e l’acquisizione di dati scientificamente attendibili rappresentano il primo fondamentale passo nella gestione di lupi “problematici”. “Va chiarito con fermezza - spiegano i tecnici del Parco Nazionale - che attualmente non sussistono elementi credibili di attacchi di questi lupi all’uomo, ma che attraverso i dati puntuali forniti dai radiocollari sarà possibile, per i due esemplari monitorati, verificare eventuali denunce o approfondire comportamenti classificabili come confidenti verso l’uomo”.