In merito alle deroghe sulla Legge di protezione del Lupo
( Sassalbo, 21 Marzo 2016 )Caro direttore, abbattere i lupi, ha scritto Mario Tozzi su La Stampa, è un paradosso culturale. Io dico di più, è un paradosso criminale: un fenomeno, quello del bracconaggio, che va fermato.
Il Ministro dell’Ambiente è impegnato istituzionalmente a difendere questa specie protetta, per far proseguire un’azione di conservazione che dal centinaio di esemplari della metà degli anni 70 ha portato oggi ad una popolazione stimata attorno ai duemila esemplari diffusi in quasi tutte le regioni della penisola.
Proteggere il lupo e favorirne la convivenza con le comunità montane e rurali è l’obiettivo dello strumento che, non a caso, si chiama “Piano di Conservazione e gestione del lupo” che stiamo discutendo con le Regioni nel “Comitato paritetico per la Biodiversità”.
Il Piano in discussione, che aggiorna la versione precedente che risale a 14 anni fa, quando il numero dei lupi in Italia era circa un terzo di quello attuale, prevede 21 azioni per migliorare lo stato di conservazione della specie attraverso un’azione congiunta tra Stato e Regioni, puntando alla pacifica convivenza uomo-lupo e al contrasto al bracconaggio.
Stiamo quindi parlando di un documento che non è una minaccia, bensì una opportunità per una maggiore tutela del lupo, attraverso l’aggiornamento di un piano che ha rappresentato il testo-guida del processo di conservazione della specie.
Ciò detto, io ribadisco che la priorità sia combattere il bracconaggio e togliere ogni falsa attenuante a chi commette questi crimini, giustificandoli con aggressioni a greggi e fattorie imputate ai lupi.
Ho letto che si parla di “stragi autorizzate” quando il piano, nella versione oggi al vaglio del Comitato per la Biodiversità, non prevede autorizzazioni a priori all’abbattimento di lupi. Ciò che la bozza, ancora in discussione e tutt’altro che approvata, consentirebbe è di attivare deroghe al divieto di prelievo di animali nell’ambito del quadro comunitario di riferimento; prelievi disposti caso per caso e con una serie di “paletti” che renderebbero comunque il sistema italiano tra i più stringenti a livello europeo.
Né è prevista alcuna possibilità di abbattimento di cani randagi. In ogni caso stiamo parlando della possibilità di prelievo, da autorizzare preventivamente per ogni singolo animale, su richiesta delle Regioni e a fronte di specifiche condizioni.
Perché noi vogliamo che i lupi vivano liberi e siano amati, non odiati, dalla gente della montagna. E pensiamo che questo sia il modo giusto per proteggerli.
Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente