Narrare il lupo: incontro al Museo Civico di zoologia Roma

Un modo per conoscere i parchi e la biodiversità in Italia

( Sassalbo, 02 Novembre 2016 )

Il Museo Civico di zoologia di Roma, in occasione della mostra “Tempo da lupi”, realizzata con le foto di Bruno d’Amicis e le opere degli artisti di Ars et Natura, in collaborazione con il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ha organizzato l’incontro,  Narrare il lupo: un modo per conoscere i Parchi e la Biodiversità in Italia, che ha rappresentato un'occasione per presentare il progetto LIFE Mirco-Lupo, coordinato dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano Al dibattito, moderato dal giornalista Rai Sandro Capitani, hanno partecipato,tra gli altri Fulco Pratesi, presidente onorario del WWF Italia, Andrea Ferraretto, economista, blogger de La Stampa Tuttogreen, Lucio Biancatelli, giornalista e autore di Cucina della Maiella, Fabrizio Carbone, giornalista e pittore del gruppo Ars et Natura e Willy Reggioni responsabile del Wolf Apennine Center del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano.  

Narrare il lupo, tra leggende e racconti è uno degli elementi-chiave per promuovere un rapporto nuovo con la natura e la biodiversità. L’esperienza di Parchi Nazionali e regionali e un modo di comunicare la convivenza con il lupo può essere un’opportunità per scoprire i territori e valorizzare l’agricoltura nelle aree naturali protette. Inoltre, l’incontro sarà un’occasione per presentare i progetti di conservazione del lupo cofinanziati dalla Commissione europea. Progetti LIFE che rappresentano altrettante opportunità per creare le condizioni per la coesistenza tra grandi carnivori, come Lupo e Orso, e l'uomo, promuovendo azioni a sostegno degli allevatori come la dotazione di recinti elettrificati, fornendo cani da pastore e diffondendo informazioni e conoscenza sul tema della conservazione della biodiversità.

Si tratta di progetti strategici, che mettono in connessione diverse aree naturali protette, italiane ed europee, favorendo lo scambio di esperienze e buone pratiche, particolarmente importanti perché realizzate nelle aree appenniniche e alpine, dove la promozione del turismo passa attraverso la valorizzazione del capitale naturale e le produzioni di qualità.

Azioni innovative come quelle del progetto Life Mirco-Lupo che da quasi due anni, nei Parchi Nazionali dell’Appennino Tosco Emiliano e del Gran Sasso e Monti della Laga, studia l'ibridazione tra lupo e cane. Par fare ciò sono state messe in atto una serie di azioni per minimizzare l'impatto del randagismo canino sulla conservazione del Lupo in Italia come la cattura, la sterilizzazione e il rilascio in natura degli ibrici. Inoltre, i tecnici del progetto, attraverso la collaborazione con associazioni locali, hanno attivato un sistema di recupero di cani smarriti, abbandonati o fuggitivi, intervenendo con attrezzature e personale laddove sono segnalati, grazie alla App ‘Mappa il randagio’ (www.lifemircolupo.it/app-mappa-il-randagio).

‘Narrare il lupo’ affronterà anche la questione se il lupo è un “problema” o un’opportunità per chi vive e lavora nel Parco. Per molto tempo si è avuta questa indecisione: il lupo o l’orso letti come problema per l’incolumità, la sicurezza e la tranquillità di chi vive in montagna senza prendere in considerazione che gli stessi avrebbero potuto convivere e rappresentare un “valore”. L’esperienza maturata nelle Aree protette italiane può innestare un modo nuovo per comunicare la presenza del Lupo e di altri predatori, favorendo la fruizione corretta dei parchi e lo sviluppo della filiera produttiva e turistica legata all’economia di queste zone di montagna. Questo tema sarà sviluppato anche grazie alla presentazione del libro Viaggi Naturali (Depakaging edition), di Andrea Ferraretto, un viaggio nell’Italia dei parchi e dei luoghi dove incontrare la natura e la meraviglia, con storie di guardaparco, contadini, vignaioli e lupi.

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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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