Monchio delle Corti - Palanzano
( Sassalbo, 06 Giugno 2017 )Presentato il progetto “Mappe di comunità” realizzato dalla scuola secondaria di 1° grado di Palamonchio nel corso dell’a.s. 2016-2017, all’interno del progetto di istituto dell’I.C. Corniglio “Strada facendo”, in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e i Parchi del Ducato, in una prospettiva di rete e scambio con le altre scuole appartenenti all’Area MaB Unesco. L’attività è stata svolta in parallelo con il progetto Coldiretti “Paesaggio rurale e produzioni tipiche”. L’idea del progetto è nata durante l’esperienza che le insegnanti hanno svolto in occasione del seminario di formazione residenziale rivolto, organizzato dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano a settembre a Lesignano Bagni (PR), ‘Trame: la Grammatica degli Scambi tra Locale e Globale’.
Per spiegare e condividere il progetto riportiamo qui l’introduzione scritta delle due insegnanti che lo hanno ideato con il prezioso contributo degli alunni e del territorio, Irene Sandei e Monia Lotto.
Cos’ è una mappa di comunità
Ogni luogo è diverso e unico ed è molto di più di una semplice superficie geografica: rappresenta e include la storia delle comunità, la memoria singola e collettiva, una fitta trama di relazioni, di avvenimenti, di storie, di valori che hanno creato il paesaggio e il carattere peculiare che lo contraddistingue.
La mappa di comunità è una cartografia soggettiva e culturale del territorio, costruita grazie all’impegno di cittadini e cittadine che raccolgono documenti e testimonianze, immagini e ricordi, confrontando vecchi saperi e nuove proposte, antichi sentori e prospettive contemporanee, un attivo processo di conoscenza che consolida la consapevolezza della propria identità culturale e il senso di appartenenza ad un territorio. È uno strumento attraverso il quale la comunità disegna i contorni del proprio patrimonio. È una fotografia del territorio che comprende anche il processo con cui lo si fotografa.
Mappe di Comunità. Le origini: Parish Map
Le Parish Map sono nate e si sono diffuse in Gran Bretagna all’inizio degli anni Ottanta come reazione al processo di omologazione dei luoghi e delle culture locali. Letteralmente Parish significa “parrocchia” (ripartizione amministrativa di tipo ecclesiastico, misura del paesaggio inglese fin dai tempi degli Angli e dei Sassoni), ma in questo contesto può essere tradotta con “comunità”. Le Parish Map nascono dall’associazione Common Ground, che promuove le mappe come un modo dinamico e partecipato di esplorare il territorio con la finalità di individuare la tipicità e i valori di un luogo.
Le mappe in Italia
Le mappe costruite in Italia, a partire dal 2000, sono poco più di una ventina e manifestano tratti peculiari a seconda del luogo. Sono legate al concetto di ecomuseo, inteso come museo del tempo e dello spazio in un dato territorio, una forma museale innovativa, un processo dinamico con il quale le comunità conservano, interpretano e valorizzano il proprio patrimonio in funzione di uno sviluppo sostenibile.
Un esempio tipico è quello dell’Ecomuseo delle Acque di Gemona (Friuli), che si propone l’obiettivo di documentare, recuperare e interpretare la memoria storica, la vita, le figure e i fatti, la cultura materiale, le relazioni tra ambiente naturale e ambiente antropizzato, le tradizioni, le attività, le pratiche di vita e di lavoro, le produzioni locali. La prospettiva è quella di orientare lo sviluppo futuro del territorio, in una logica di sostenibilità ambientale, economica e sociale, di responsabilità e partecipazione dei soggetti pubblici e privati e dell’intera comunità locale.
Perché costruire una mappa di comunità
Poiché il territorio è la risultante del rapporto tra natura e cultura e dal momento che il nostro attaccamento ai luoghi passa attraverso il loro significato, il progetto “Mappe di comunità” ha inteso migliorare nei ragazzi e nelle ragazze di Monchio delle Corti e Palanzano la conoscenza del luogo di appartenenza (anche attraverso visite guidate sul territorio) e accrescere in loro la consapevolezza del patrimonio storico-culturale, ambientale ed economico al fine di stimolare competenze di cittadinanza attiva ed evitare il pericolo dell’abbandono e dell’omologazione. Nei riguardi dell’intera comunità lo scopo è stato quello di incoraggiare le persone non solo a celebrare, ma anche a prendersi cura dei luoghi di appartenenza, grazie alla definizione partecipata del genius loci, il carattere specifico di un luogo.
Trattandosi di un progetto di rete delle scuole appartenenti all’area Mab Unesco, l’intendimento è stato anche quello di intessere scambi su tematiche specifiche, stimolando il confronto tra il proprio territorio e altri territori.
Il metodo
Dopo aver costituito i gruppi di lavoro formato da abitanti di Monchio delle Corti e Palanzano disposti a confrontarsi e collaborare ad un lavoro comune di ricerca, si è realizzata l’attività di mappatura del territorio, attraverso l’individuazione delle tipicità che danno carattere al territorio. Tale attività è stata essenzialmente narrativa (i racconti dei protagonisti sono le linee-guida della mappa), ha avuto carattere partecipato ed è stata anche un metodo di crescita collettiva e di auto-formazione del gruppo coinvolto. Nella pratica si è trattato di una serie di incontri avvenuti in un luogo della comunità (la biblioteca di Monchio, la scuola di Palanzano), incentrati su tematiche definite di volta in volta. L’esperienza è stata arricchita da alcune uscite didattiche sul territorio e da laboratori svolti in collaborazione con Coldiretti e coi Musei del Cibo.
Il ruolo del facilitatore
Il ruolo di mediatore-facilitatore è stato affidato alla scuola: i ragazzi e le ragazze, guidati dai docenti, hanno individuato le tematiche-chiave su cui i gruppi di lavoro si sono confrontati e sono stati coinvolti nel processo di costruzione della mappa di comunità, attraverso un’attività interdisciplinare che ha coinvolto competenze di vario tipo (competenze comunicative, storiche, geografiche, digitali etc.).
Presentazione della mappa
Il risultato finale è un romanzo collettivo, costruito sulla base dei racconti delle persone coinvolte nell’attività comune di ricerca, che rimarrà come “patrimonio collettivo” delle comunità coinvolte e potrà essere, magari, anche strumento di promozione turistica del territorio.
Un primo, doveroso ringraziamento a Davide Bregola, scrittore e traduttore che, parlando delle Mappe di comunità al seminario “Trame, la grammatica degli scambi tra locale e globale” tenutosi a Rivalta di Lesignano Bagni (PR) il 9 e 10 settembre 2016 per iniziativa del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, ha ispirato questo lavoro.
E poi, naturalmente, grazie ai gruppi di lavoro di Monchio e Palanzano, coi quali abbiamo trascorso piacevoli serate di vèja (veglia) in un autentico percorso di riscoperta del territorio e anche alle persone che abbiamo intervistato “a domicilio”; a Giacomo Rozzi per la preziosa consulenza sul dialetto; alle amministrazioni di Monchio e Palanzano, al gruppo A.v.i.s. e agli Alpini di Monchio, ai Parchi del Ducato che ci hanno consentito di stampare questo libro.