300 mila euro e quattro operatori impegnati per la coesistenza tra attività antropiche e Lupo
( 21 Aprile 2009 )“E’ un risultato molto importante, anzi quasi straordinario” dichiara il Dott. Willy Reggioni, Responsabile del Servizio Conservazione della Natura del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano “Si tratta infatti del terzo progetto sul fronte della conservazione del Lupo che l’Unione Europea finanzia in questa porzione di Appennino. La Commissione europea ha infatti recentemente approvato 143 nuovi progetti, e il nostro Improving the conditions for large carnivore conservation - a transfer of best practices- Ex-Tra (Exchange - Transfer) è uno dei 10 progetti finanziati, tra tutti quelli proposti per l’ Italia”
Complessivamente saranno a disposizione dei partner di progetto oltre 2 milioni di euro (finanziati dalla Ue per il 70%) e circa 300.000 per il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano
Nell’attuazione del progetto sono coinvolti altri due Parchi nazionali italiani, il Parco del Gran Sasso e Monti della Laga e il Parco dei Monti Sibillini, ma anche l'Università di Brasov in Transilvania, il Ministero bulgaro dell'Ambiente e delle Acque, l'Ong Balkani Wildlife Society, la Wildlife and Nature Conservation Society per la Grecia.
L'idea del progetto è derivata dalle precedenti esperienze maturate nel corso dei un progetto Life denominato COEX ''Migliorare la coesistenza tra grandi carnivori e attività antropiche'' e dei Life Natura promossi dall’ex Parco del Gigante e dalla Regione Emilia-Romagna in questa porzione di Appennino settentrionale denominati rispettivamente “Preservation and conservation of Canis Lupus populations through biological surveys and non-poaching actions” e “Actions to protect the wolf in 10 SIC zones in three parks of the region Emilia-Romagna”.
Il nuovo progetto si propone il miglioramento delle condizioni per la conservazione di grandi carnivori e soprattutto il trasferimento di buone pratiche tra i partner del progetto.
“Gli obiettivi – continua il Dott. Reggioni - saranno conseguiti attraverso azioni specifiche come la distribuzione di recinti elettrici e cani da guardia ai pastori, la realizzazione di recinti fissi anti-lupo nelle aree di pascolo, il monitoraggio del fenomeno predatorio e dei nuclei familiari locali nonché il coinvolgimento degli stakeholder, in particolare degli allevatori, nell'applicazione delle migliori tecniche di allevamento e dei migliori sistemi di prevenzione del danno”.
In particolare, nel territorio del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, nell'arco dei quattro anni di progetto (dal 2009 al 2012), si lavorerà intensamente per il raggiungimento degli obiettivi di conservazione a lungo termine della popolazione di Lupo e di gestione ed attenuazione dei conflitti con le attività antropiche, intervenendo su più fronti, coinvolgendo tutte le componenti sociali interessate alla gestione del conflitto attraverso una serie di azioni parallele su vasta scala, affrontando i problemi in modo organico ed integrato e in stretto rapporto con le Amministrazioni locali.