- Tempo di percorrenza: 6 ore
- Difficoltà: E - Escursionistico
- Dislivello: in salita 600 m - in discesa 1100 m
- Segnavia: segnato 633 - 00
- Tappa n.3 di Traversata Appennino Tosco-Emiliano
Dal rif. Bargetana il sent. 633 pianeggia al limite superiore della faggeta ai piedi del M. Castellino fino a uscire su ampie praterie a brughiera con bivio: tenendo la sinistra la mulattiera storica per Soraggio conduce in breve alla Focerella 1743 m (0.30), dove si raggiunge il crinale appenninico e il sent. 00. Tralasciando il sent. 72 proveniente dal rif. La Foce, si segue ora a destra il sent. 00 che scavalca il Monte Ravaianda 1761 m e scende al Passo di Romecchio 1680 m (0.20-0.50).
Importante varco per la transumanza estiva dei pastori e boscaioli di Soraggio in Garfagnana, che per secoli sfruttavano l'estesa alta val d'Ozola. Un'importanza testimoniata dall'Oratorio di S. Bartolomeo, ricostruito da un decennio dopo anni di abbandono e le distruzioni della guerra (i tedeschi salirono qui durante il rastrellamento di fine luglio 1944, cannoneggiando anche il rifugio Battisti). Alcune pietre con iscrizioni dei pastori (anche se la più bella e caratteristica è stata asportata), e cippi confinari del Demanio forestale, presente dal 1914 in alta Val d'Ozola, rendono emozionante una sosta.
Oltre il restaurato Oratorio di S. Bartolomeo il sent. 00 risale verso NW a valicare il colletto delle Porraie 1797 m, a N della cima omonima, e dove converge da N un sentiero dalla Presa Alta. Il crinale prosegue con qualche tratto esposto e scivoloso, contornando a S il vasto anfiteatro calanchivo dei Tre Canali, formato dalle sorgenti del Serchio di Soraggio, mentre a N scende ripido il circo glaciale della Lama di Mezzo. Ad un passetto a 1809 m presso il Monte di Soraggio si scende sul versante tirrenico si pascoli superando la sorgente Il Monte 1721 m ai piedi del Monte Sillano. Sul crinale S di quest'ultimo, a 1670 m si incrocia una strada forestale che a destra in leggera salita ne contorna la base SW poco al di sopra del limite del bosco. Alla Paduletta 1689 m si ritorna sul crinale, e tagliando i tornanti della strada forestale si scende in breve al Passo della Comunella 1619 m, quindi di nuovo per strada forestale aggirando il M. Asinara. Accorciando di nuovo i tornanti in discesa si esce al Passo di Pradarena 1575 m (ore 2.10-3.00).
Detto anche in passato Pratorena, è frequentato da tempi antichi, forse da una strada romana da Parma a Lucca che non si capisce dove altro potesse passare per collegare le due città in 100 km circa come attestato dai documenti. Nel Medioevo fu transito dei pellegrini per Roma con tanto di ospizi simmetrici, a 1200 m circa sui due versanti (ancora oggi Ospitaletto a nord e Ospedaletto a sud). Solo nei primi anni '70 fu raggiunto da una strada di valico, una delle più alte dell'intero Appennino, cui si aggiunsero impianti Enel per testare i materiali con i forti venti che spesso affliggono il valico.
Vi sorge un ristorante albergo rifugio (Carpe Diem).
Dal Passo di Pradarena si imbocca la carrareccia forestale che si inoltra nella faggeta verso SW marcata dai Segnavia 00 e GEA, raggiungendo in breve il vicino e più basso Passo di Cavorsella 1507 m (ore 0.20-3.20). Si imbocca il largo sentiero in salita che risale sul versante toscano i fianchi del Monte Ischia; uscendo dal bosco si apre la vista sull'alta Garfagnana e sulle Alpi Apuane. Ad un piccolo valico 1680 m tra le vette del Monte Ischia e del Monte Scalocchi ci si affaccia a N sulla boscosa val di Belfiore, aggirando poi anche il Monte Scalocchi dal lato meridionale (facile passaggio su roccette al termine del tratto, detto "passo del Gatto" per l'evidente strettoia adatta solo al balzo di un gatto). Un suggestivo crinale tra faggi contorti arriva al Passo di Belfiore 1664 m (1.10-4.30).
Qui, ai piedi della Cima Belfiore, si stacca a sinistra il sent. 86 verso il M. Tondo e la Garfagnana e a destra il sent. 649 per Cerreto. Continuando diritto lungo il sent. 00 si trovano poco dopo due alternative per brevi deviazioni: a sinistra si può salire su piccola traccia tra i mirtilli fino in vetta all'anticima del M. Belfiore detta le Tre Potenze 1777 m, ove un cippo confinario estense-fiorentino delimita i tre bacini del Secchia, del Serchio e del Magra (detti secondo i termini tradizionali Lombardia, Garfagnana e Lunigiana). Da qui si può proseguire per il crinale e la vetta di Cima Belfiore e rientrare sul sent. 00 poco oltre.
Il sentiero risale le pendici della Cima Belfiore sul versante settentrionale passando accanto a una piccola sorgente un tempo perenne, presso una rara stazione di rododendro rosso (Rhododendrum ferrugineum), ultimo residuo della vegetazione alpina successiva all'ultima glaciazione. Aggirata l'anticima detta di Borra Grande 1857 m sul lato settentrionale, si tocca di nuovo il crinale a un colletto a 1763 m. Il sentiero segue verso N alcune depressioni tra pietraie. Trascurata poi la carraia a 1809 m 599043E-4903939N per le piste da sci e il Lago del Cerreto, il sentiero volta bruscamente a sinistra risalendo il crinale fino alla vetta del M. La Nuda 1893 m (1.10-5.40).
Definita anche in passato Alpe delle Pielle o Nuda delle Pielle, per la folta presenza di abeti bianchi sui suoi versanti settentrionali, Alta e panoramica vetta posta sullo spartiacque appenninico e caratterizzata da una cabina in cemento costruita negli anni '20 per una stazione radio e oggi abbandonata. Si apre il panorama sul gruppo dell'Alpe di Succiso, e sul Vallone glaciale di Pezzalunga, fiancheggiato dai ripidi picchi del Forame a destra e del Gendarme a sinistra. La lunga e tormentata cresta del Forame scende dalla vetta verso NW unendola al Passo del Cerreto e separando il versante emiliano, dove sono proliferati strade, condomini e impianti sciistici, da quello toscano, ancora pressoché intatto, in cui sprofondano il maestoso circo glaciale del Rosaro e la ramificata valle del Torrente Mommio.
Si scende ora sul sentiero a tornanti in dir. SW, puntando al crinale verso il Gendarme, che separa le valli del Mommio a sinistra e del Rosaro a destra. Raggiunto il punto più basso del crinale (1818 m 598699E-4903932N), si segue a destra il sent. 00 che si butta a capofitto nel vallone di Pezzalunga, detto anche dell'Inferno. Lo splendido e perfetto anfiteatro di origine glaciale ci fa penare un po' per la forte discesa iniziale, poi il sentiero si appoggia, e infine si adagia su un ripiano, antica torbiera asciutta sui 1600 m di altitudine. In fondo ad esso si nota a destra dietro un cordone morenico il tetto del Bivacco Rosario 1613 m 598360E-4904248N (0.50-6.30).
Costruito in magnifica posizione ai piedi delle balze del Forame negli anni '80 da alcuni soci di Sassalbo aderenti al CAI di Fivizzano, la piccola capanna, sempre aperta, offre riparo ed eventuale pernottamento a 2-4 persone. Occorre rispettare il lavoro volontario dei sassalbini, ed eventualmente firmare il registro dei passaggi, sempre una lettura interessante e un segno di amicizia a chi verrà dopo. Poco lontano, sotto un grande roccione di arenaria sgorga una fonte perenne freddissima anche in estate, mentre tra fine luglio e metà settembre i dintorni sono ricchi di mirtilli e lamponi.
Si prosegue in discesa lungo il sent. 00, che entra nella faggeta, interrotta da radure. Superato il bivio con il sent. 96 a sinistra per Sassalbo, scendiamo ormai nella faggeta sempre fitta, con tratti anche in falsopiano e una leggera salita persino, avvicinandoci al versante destra della valle, A 1350 m c. 597963E-4905404N si lascia a destra il sent. 649A per Cerreto Laghi. Lo 00 scende ancora fino a sbucare tra villette al Passo della Crocetta 1274 m (0.50-7.20). Per strada provinciale a sinistra, trascurando i sentieri che convergono sul passo, si raggiunge in breve il Passo del Cerreto 1253 m (0.10-7.30).
L'odierno Passo del Cerreto acquistò importanza dopo che vi fu spostata la via militare di Lunigiana terminata attorno al 1830. Precedentemente erano più utilizzati i valichi dell'Ospedalaccio ad ovest (via detta Parmesana), della Crocetta ad est (via detta della Ritornella) e infine il vicino Passo del Gatto su cui passava il primo tracciato viario studiato durante la parentesi napoleonica. Vi sorgono due alberghi sui due lati della Statale 63, ben servita da autolinee pubbliche per entrambi i versanti (Castelnovo e Reggio verso l'Emilia e Fivizzano, Aulla e La Spezia verso la Lunigiana).