La frammentarietà delle fonti impedisce di stabilire con certezza la data di costruzione della rocca che costituiva un munito baluardo a difesa dell'alta valle del Secchia. Essendo proprietà ecclesiastica, la rocca viene adibita, nell'XI secolo, a residenza del preposto alla corte e del presidio di soldati stanziati dal vescovo di Reggio.
Durante il governo estense, protrattosi fino alla Rivoluzione Francese, la rocca viene eletta a sede del podestà e del notaio.
La podesteria di Minozzo si può avvalere di propri statuti approvati nel 1456 dal Duca Borso d'Este, confermati nel 1471 dal Duca d'Este Ercole I e stampato nel 1560. Recentemente ne è stata pubblicata la traduzione in lingua italiana. La rocca, occupata nella parte inferiore dalle carceri, era vigilata da due guardiole: una sul monte Castellino e l'altra in fondo alla borgata di Triglia.
Nel 1521 la fortezza resiste all'assalto di Domenico Amorotto, dando prova di grande potenza. Quando, nel 1796, gli Este vengono spodestati, Minozzo cessa di ospitare il podestà e, nel 1815, la sede del comune viene trasferita a Villa. Lo stato di estremo degrado in cui versa la rocca, divenuta pericolosa per gli abitanti che ne denunciano i frequenti crolli, spinge il comune a decretarne l'abbattimento. Il mancato accordo sulle spese di distruzione ha annullato tale decisione, consentendo ai resti del fortilizio di sopravvivere.
A seguito di un apposito convegno di studi relativo al progetto del recupero dei ruderi dell'antica fortezza, unitamente a quello inerente il restauro della Pieve del paese, è iniziata un'opera di consolidamento della cinta muraria con interventi sui fronti Sud, Est ed Ovest parzialmente dell'antico torrione e di scavi archeologici che hanno portato alla riscoperta di sette ambienti dei quali due, uno sulla sommità ed uno sul fianco Ovest, già completamente protetti e sono stati riportati alla luce molti reperti archeologici, anche pregiati, attualmente custoditi nelle segrete del vecchio palazzo comunale del capoluogo.
Dopo queste opere, è già visibilmente evidente l'imponenza dell'antico monumento, anche se rimane la necessità del recupero del fronte Nord e parzialmente di quello Ovest del torrione con la messa in evidenza di ulteriori ambienti, soprattutto le cantine e le carceri collocate nel piano sotterraneo.