Acqua, energia e Appennino Tosco-Emiliano. Il Presidente del Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano Fausto Giovanelli illustra l’impegno e gli obiettivi in cantiere dell’Ente.
A partire dall’Atelier di Onda in Onda, situato a Ligonchio, un atelier diffuso, cioè plurimo, differenziato e composto da più luoghi di sperimentazioni, definiti “campi”, collocati nel territorio.
Di Onda in Onda – Atelier delle Acque e delle Energie è un luogo che consente di esplorare sia i fenomeni fisici sia le qualità materiche ed espressive dell’acqua e dell’energia. Il progetto propone un approccio alla scienza che invita i bambini, i ragazzi, gli adulti a guardare le cose in modo inconsueto, a incuriosirsi e interrogarsi su ciò che apparentemente non si spiega, a ricercare e riprovare, a costruire ipotesi e teorie, cercando di verificarle con la sperimentazione.
Presidente, ieri si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Acqua, elemento costitutivo della vita e diritto fondamentale dell’uomo. Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano ha celebrato la ricorrenza?
L’acqua, la biosfera e l’ambiente per la vita sono parenti molto stretti. Quando è scarsa o inquinata l’acqua a venir meno è un diritto umano fondamentale. Qui da noi questo diritto è assicurato e di acqua c’è ricchezza. Ma il suo uso intelligente, di bene comune limitato, è un parametro di civiltà, socialità e anche di competitività. Il nostro Parco Nazionale all’acqua dell’Appennino ha dedicato uno dei suoi tre progetti permanenti e strategici: quello che ha base a Ligonchio va sotto il nome di Atelier di Onda in Onda.
Come si coniuga il tema dell’acqua con quello del territorio montano?
Il Secchia, l’Enza, la Parma, il Taro, il Magra, il Serchio hanno tutti le sorgenti nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Tutti sono risorsa importantissima per territori molto vasti. E tutti alimentano centrali idroelettriche, da Ligonchio a Lagastrello, da Corniglio a S Romano, a Fivizzano, a Licciana Nardi. Alcuni sono lì da un secolo. La green economy, in forme tradizionali, in Appennino c’è da sempre. Ora c’è un’opportunità enorme. Per sfruttarla davvero servono come il pane delle risorse umane capaci.
La Giornata mondiale dell’Acqua quest’anno è stata particolarmente legata al tema dell’energia. Quali prospettive e azioni sono in cantiere per il Parco nazionale?
L’Atelier di Onda in Onda è stato realizzato con una “vision”che tiene insieme acqua ed energia. È avviato con successo. Ha avuto 14 mila visitatori e ha già cambiato qualcosa sul territorio. Ma a Ligonchio non siamo a Milano, dunque fa sempre in tempo a isterilirsi e a fallire. Così come può avere un grande futuro. Dipende se riusciremo a farlo vedere e interpretare bene, localmente e da parte dei partner. Enel e Reggio Children in primis. Intanto è da sottolineare che “Aumentare la consapevolezza delle relazioni tra acqua ed energia” è esattamente il primo obiettivo dichiarato dalle Nazioni Unite per la Giornata mondiale dell’Acqua e spazio di crescita ce n’è.
Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano ha presentato la candidatura alla rete MaB UNESCO. Può spiegarci di cosa si tratta e quali vantaggi?
L’iscrizione alla Rete MaB UNESCO del territorio appenninico è una grande opportunità di promozione internazionale delle sue caratteristiche di maggior valore, ma ancor di più una occasione di crescita culturale. Significa investire nelle motivazioni e nella formazione delle risorse umane, soprattutto dei giovani, per farli rimanere sul territorio e diventare protagonisti di una rinascita sociale ed economica, di un laboratorio di sviluppo sostenibile che, nel segno dell’equilibrio tra uomo e natura, consenta a questo territorio di non subire gli effetti della globalizzazione, ma ne sappia usare le dinamiche per presentarsi al mondo da protagonista.
Considerando il coinvolgimento dei bambini con l’Atelier di Ligonchio, Reggio Children, potrebbero dare un contributo importante per la candidatura?L’Atelier di Ligonchio ha grande valore aggiunto -non solo locale- soprattutto grazie alla collaborazione con Reggio Children. In tale esperienza, il suo approccio fondante e la cooperazione con le scuole del territorio potrebbe essere portata come titolo forte e centrale nella candidatura UNESCO. Reggio Children, se lo vorrà, potrà anche essere a pieno titolo parte del progetto di candidatura e anche della successiva governance dell’Area MaB dell’Appennino Tosco Emiliano. Inoltre, per il suo prestigioso know how e per la capacità di pubblicare in moltissime lingue e tenere relazioni con pedagogisti e istituzioni di tutti i continenti, potrebbe ampliare il suo scambio di esperienze attraverso l’insieme della Rete Mab che comprende 621 siti in 117 nazioni: una prospettiva interessante per tutta Reggio.
Altre istituzioni?
Anche Camera di Commercio e Universitá di Reggio potrebbero partecipare. Non dimentichiamo il contributo di Olmes Bisi, alla base all’ideazione dell’Atelier di Onda in Onda, alla pari con quello di pedagogiste come Vea Vecchi e architetti atelieristi come Giovanni Piazza. È un’ideazione che merita di essere spesa e condivisa a livello internazionale. È di attualità e interesse mondiale oggi, ma lo sarà anche domani.
Fonte: reggionelweb.it