L’UNESCO, attraverso la Rete Mondiale delle aree MaB, intende perseguire un obiettivo di sviluppo sostenibile attraverso le tre funzioni fondamentali di Conservazione, Sviluppo ed Educazione.
Per adempiere alla Funzione di Conservazione, il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano ha in programma una serie di misure atte a garantire la gestione e l’equilibrio tra uomo e biosfera e ad individuarne ed attenuarne possibili conflitti.
- Analisi dei rischi per la biodiversità e prevenzione: l’Appennino Tosco Emiliano è caratterizzato da un mosaico complesso di Habitat ed ecosistemi il cui delicato equilibrio è soggetto a molteplici pressioni sia di tipo antropico che naturale. Appare dunque importante approfondire tali aspetti e costruire scenari sugli effetti che tali pressioni possono generare nel medio-lungo periodo attraverso appositi piani di monitoraggio. I settori di indagine più rilevanti risultano essere quelli correlati alla presenza si specie rare, sia nell’ambito della flora che della fauna, nonché alle dinamiche connesse alla forestazione. Particolare enfasi verrà data anche al monitoraggio degli aspetti economici del territorio dell’Appennino Tosco Emiliano in particolare connessi alla produzione di energia, al prelievo di risorse, all’uso del suolo, alla capacità di carico turistica, all’impronta ecologica ed alla contabilità ambientale finalizzata alla definizione dei servizi ecosistemici.
- Tutela della diveristà sociale e culturale: si rende necessaria di un’estensione della tutela della diversità sociale e culturale, cioè all’insieme di tradizioni e cultura tipiche del territorio: tali peculiarità costituiscono una condizione di non-omologazione e quindi di caratterizzazione rispetto alle aree più urbanizzate a nord e a sud dell’Area MaB. Aree ad elevata sociodiversità implicano una frammentazione delle produzioni in numerosi prodotti di nicchia, spesso destinati all’auto-consumo ma che, essendo caratterizzati da un ridotto numero di persone dedite ad esse, sono oggi minacciate dai ben noti processi di spopolamento delle aree montuose.
- Contrasto al dissesto idrogeologico: il dissesto idrogeologico è un processo naturale, una componente dinamica della relazione tra geosfera, biosfera e antroposfera, e quindi di per sé inarrestabile. Tuttavia la componente antropica ha in certi casi accelerato e potenziato tali processi che oggi mettono a rischio non tanto la componente biodiversità (che anzi in alcuni casi si avvantaggia di tali processi), ma la presenza attiva dell’uomo soprattutto in agricoltura e la fruizione del territorio da parte di residenti e turisti.
- Mitigazione dei cambiamenti climatici: i mutamenti climatici possono produrre effetti difficilmente gestibili, soprattutto in un territorio come l’Appennino Tosco Emiliano che è confine tra due fasce climatiche distinte. È per tanto necessario monitorare costantemente le evoluzioni climatiche in corso pianificando efficaci azioni di mitigazione, almeno per quei fenomeni più rilevanti e parallelamente avviare un processo di resilienza che coinvolga tutta la comunità.